TERAMO – La competizione provinciale conclusasi con la elezione di Camillo D’Angelo a cui vanno fatti gli auguri di buon lavoro, ha messo a nudo la totale assenza di appartenenza ideologica e la pericolosa demonizzazione dei partiti che rendono sempre più fragile la nostra democrazia.
La vittoria di D’Angelo, senza nulla togliere alla persona e al sindaco di grandi doti e capacità, è la rappresentazione visiva dei personalismi, delle becere rivalità tra personaggi politici, delle vendette trasversali di chi non ha saputo aspettare il suo turno e di chi ha voluto pesare la propria forza.
Vendette incrociate tra schieramenti di destra e di sinistra. Un presidente eletto e sostenuto di fatto da forze politiche che nulla li accumuna: cinque stelle , Italia Viva, Lega, civismo di destra e di sinistra, in una competizione che ha visto prevalere il “contro” qualcuno o qualcosa e non “per il bene comune”.
Si accusa il Partito Democratico di aver ricercato un accordo con il centro destra; si certo è vero, ma nel solo interesse dei territori in un progetto di condivisione che perseguiva il bene comune.
Non accordi tra personaggi politici ma tra i due partiti maggiori Fratelli D’Italia e PD nella visione più alta della politica. Forse troppo difficile da capire.
Gli amministratori del PD hanno con lealtà perseguito questa progettualità politica; ma anche qui i personalismi hanno prevalso, facendo apparire una nobile progettazione politica , come “inciucio” fastidioso e disonorevole; come se poi le altre alleanze fossero più onorevoli e come se i finti civismi rappresentassero essi soltanto “l’architrave” di una democrazia perfetta – Manola Di Pasquale, Presidente reg.le PD –