GIULIANOVA – Da ieri c’è la terza pietra d’inciampo in città. Dedicata alla memoria del giuliese Flaviano Poltrone, la preziosa testimonianza simbolica, è stata inaugurata, ieri pomeriggio, in corrispondenza dell’ingresso del municipio.
Dopo la cerimonia, promossa nell’ambito delle celebrazioni per il “Giorno della Memoria” 2023, sono state consegnate in sala Buozzi le Medaglie alla Memoria ai familiari di Poltrone e a quelli di Flaviano Martinelli e Roberto Loggieri, internati nel lager nazisti. Ancora in sala Buozzi, è stato ricordato e commentato, da Elso Simone Serpentini e da Walter De Berardinis, il libro del deportato giuliese Lino Manocchia “Frammenti di un prigioniero“.
Alla cerimonia di inaugurazione della pietra d’inciampo, benedetta dal parroco di San Flaviano, ha presenziato il Vice Sindaco di Giulianova Lidia Albani. Con lei, l’assessore del Comune di Castellalto Valeria Manelli, il Capitano Nicolò Morandi, Comandante della Compagnia Carabinieri di Giulianova, il senatore Antonio Franchi, presidente dell’ Anpi teramana, Ottavio Di Stanislao, Presidente dell’Istituto di Ricerche storiche, le associazioni combattentistiche e d’ Arma, la Protezione Civile, numerosi cittadini. Ha coordinato e curato tutte le iniziative il ricercatore storico Walter De Berardinis.
La pietra d’inciampo appena collocata reca il nome del giuliese Flaviano Poltrone, giustiziato a 57 anni dai tedeschi in ritirata per non aver voluto consegnare il suo cavallo, prezioso per la sussistenza della famiglia.
“E’ questo l’ennesimo segno di riconoscenza che Giulianova dedica ai suoi caduti – ha sottolineato il Vice Sindaco Lidia Albani -. Giulianova, città della memoria, città che non dimentica e onora tutte le vittime della violenza e della guerra. Questo, da sempre, l’obiettivo dell’ Amministrazione Comunale, che stasera scrive un’ ulteriore pagina della nostra storia. Anche questa pietra d’inciampo, infatti, vuol essere un punto di riferimento per chi, visitando la città, è disposto a ripercorrere e conoscere anche le vicende più dolorose. In modo particolare, ci rivolgiamo ai ragazzi. E’ fondamentale, infatti, che siano loro i primi ad “inciampare”, a fermare il passo, per riflettere e assicurare a questa e alle future comunità che mai più si ripetano fatti simili, che si rinnovi nell’animo umano tanta cieca bestialità“.