TERAMO – E’ tornata in forma completa e “in presenza”, dopo lo stop imposto dalla pandemia, la festa di Sant’Antonio Abate, con la tradizione benedizione degli animali, che ripropone anche l’antico legame tra il mondo rurale e il culto di Sant’Antonio Abate, protettore degli animali.

L’evento riproposto questa mattina è stato organizzato dall’associazione culturale Teramo Nostra, in collaborazione con l’Università di Teramo, la Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Teramo, l’Istituto Zooprofilattico di Teramo e con il patrocinio del Comune di Teramo. Due i momenti, particolarmente partecipati anche dai bambini della Scuola elementare San Berardo, del Liceo Classico Delfico, del Liceo Milli e dell’Istituto Di Poppa, “vestiti” con i tipici costumi de “Lu Sand’Andonje”: prima la messa, nella chiesa di Sant’Antonio di Padova, celebrata dal Canonico aprutino don Francesco Aloisio, accompagnato dal Coro della Cattedrale S. Maria Assunta; e poi in piazza San Francesco, davanti a Porta Melatina, scelta perché sotto l’arco della porta di accesso al centro storico di Teramo c’è l’ingresso alla piccola chiesa di Sant’Antonio Abate, ad oggi ancora inagibile.

Non è mancato l’accompagnamento musicale, a cura di un gruppo di musica popolare con il sostegno del Gruppo Alpini dell’A.N.A. di Teramo, che hanno proposto i canti tradizionali della questua della festa di Sant’Antonio Abate.

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ASCOLTA PIERO CHIARINI – presidente Teramo Nostra