Di Giosia: “Così completiamo i 7 milioni di strutture sul territorio col Pnrr”

TERAMO –  Innanzitutto un progetto della Asl è stato ammesso a finanziamento dall’Agenzia per la coesione territoriale nell’ambito del bando  per Servizi e Infrastrutture Sociali di comunità da finanziare nell’ambito del PNRR, Missione 5 “Inclusione e coesione”. E’ una delle cifre più cospicue in Italia, 2 milioni 196mila euro.

Il progetto, realizzato da uffici della Asl e dal  Consorzio Punto Europa che si occupa di assistenza per l’accesso ai programmi e alle attività dell’Unione europea, “si pone a completamento dell’imponente piano relativo alla Missione 6 del Pnrr, approntato dalla nostra Asl, che vede la realizzazione di due ospedali di comunità per 5,7 milioni, di otto case della comunità per 12,8 milioni e di tre centrali operative per 475mila euro. Accanto a queste strutture prevediamo anche la realizzazione di 10 “punti di erogazione”, collegati alle case di comunità in cui fornire prestazioni di base, dai prelievi ad alcune visite specialistiche”, spiega il direttore generale Maurizio Di Giosia, “Per ciò che riguarda la fascia montana, però, ci sono alcuni Comuni in cui è stato necessario pensare a un tipo di assistenza sanitaria diverso. I Comuni presenti nella Valle del Vomano, del Tordino e molti di quelli della Val Fino sono a bassa densità abitativa in un vasto territorio caratterizzato oltretutto da una viabilità tipica delle zone di montagna per cui tra un Comune e l’altro spesso si deve scendere a valle per poi risalire. Per questo la Asl ha progettato di  acquisire due camper attrezzati ad ambulatorio e completi di strumentazione di base (ad esempio Ecg, ecografo, Pc), nonché il personale necessario  (escluso personale medico) cioè Oss, infermiere, ostetrica, ed eventualmente autista. Le strutture Asl di riferimento saranno la casa della comunità di Montorio  e quella di Bisenti. In tal modo l’attività cui alla Missione 5 si configura come completamento dell’attività cui alla Missione 6”.

“Questo progetto”, dichiara Filippo Lucci, amministratore unico del Consorzio Punto Europa, “è fra i primi in Italia per budget e la Asl di Teramo è fra le prime in graduatoria. Le risorse saranno immediatamente spendibili per cui la Asl sarà in grado di attivare il progetto, realizzato in stretta condivisione con gli amministratori dei territori delle aree interne,  in tempi brevi”.

Si tratta di attività che devono essere realizzate entro giugno 2025. La Asl conta, appena saranno a disposizione le somme, di procedere alla gara per dotarsi delle attrezzature in modo da dare il via al servizio che interesserà quasi 13.500 cittadini (13.475) suddivisi in 11 Comuni (Castilenti, Montefino, Arsita, Castiglione M.R., Civitella del Tronto, Cortino, Crognaleto, Fano Adriano, Pietracamela, Rocca Santa Maria, Valle Castellana).

E sempre in tema di medicina di prossimità, proprio oggi ha inizio la fase di sperimentazione di un altro progetto seguito dal Dipartimento di assistenza territoriale della Asl diretto da Valerio Profeta: il servizio di telemedicina domiciliare.

Infatti 9 pazienti fragili già in carico all’Assistenza domiciliare integrata e residenti nell’Area SNAI “Alto Aterno – Gran Sasso Laga”, vengono sottoposti a monitoraggio domiciliare per tre volte a settimana attraverso la visita dell’infermiere dell’Adi.

L’infermiere è dotato di un kit così composto: un tablet per la televisita, un ECG a 6 derivazioni, un monitor multiparametrico e uno spirometro e consentirà un perfetto monitoraggio del paziente anche al fine di prevenire la riacutizzazione delle patologie e, quindi, di evitarne o posticiparne un eventuale ricovero in ospedale.

Questa prima attività verrà, nelle prossime settimane, estesa a tutti i Distretti sanitari con il coinvolgimento di 15 infermieri e a circa 60 pazienti fragili già in carico alle cure domiciliari. Entro la fine dell’anno il servizio sarà messo a regime su tutto il territorio della Asl per i pazienti fragili da monitorare a domicilio anche provenienti da reparti ospedalieri dimettenti e che necessitano di essere monitorati durante la fase di riduzione della fase acuta della malattia fino a completa guarigione o stabilizzazione. “L’attivazione della prima fase della Telemedicina rappresenta un primo passo verso un nuovo approccio all’assistenza sociosanitaria che sia improntato alla massima prossimità al paziente, ma rappresenta anche un primo tassello della profonda riforma delle cure e dell’assistenza territoriale secondo il modello disegnato nel DM 77”, conclude Di Giosia.