TERAMO – Da anni viveva a Perugia ma il suo era un cuore sempre teramano ed amava la sua città e quelle di Perugia e di Brindisi in particolare; non a casa il club pugliese lo ha ricordato subito, stamane, con una nota: “La Ssd Brindisi esprime profondo cordoglio per la scomparsa di Diego Giannattasio, ex centrocampista biancazzurro, protagonista di tante battaglie con la maglia del Brindisi tra Serie C e B con la quale ha collezionato oltre 100 presenze”.
Diego Di Feliciantonio ci ricorda invece che “…era figlio del quartiere di San Berardo, con il papà titolare della storica barberia di Piazza Martiri. E’ stato un calciatore bravissimo e molto tecnico dai tempi dell’Oratoriana Teramo. Il talent scout Marcello Di Pasquale lo portò subito all’allora Motom e poi all’Interamnia: erano i tempi di Morandi e poi di Colangelo allenatori. Non si dimentichi – aggiunge Di Feliciantonio – che si mise in mostra in un torneo Gadaleta nel vecchio Comunale ed il Bari di Calabrese, ex calciatore biancorosso, lo fece ingaggiare subito. Da lì spiccò il volo“.
Diego si è spento stamane, all’età di 77 anni: il professor Elso Simone Serpentini, storico del calcio biancorosso, ne traccia un ricordo: “Diego Giannattasio era il calcio. Un prodotto verace del vivaio locale, di quella splendida stagione che fu parallela a quella ufficiale del Teramo Calcio, e alternativa, a dimostrazione che c’era a Teramo la possibilità di puntare davvero sul “genius loci” invece di andare a pescare campioni veri o presunti da fuori. La sua era classe pura e si affermò prima qui da noi nella società alternativa a quella storica, l’Interamnia, e poi fuori, quando venne richiesto e valorizzato in altre piazze calcistiche assai prestigiose. Giocò ad alti livelli e seppe farsi apprezzare come atleta e come uomo, tanto che fu poi anche allenatore e tornò a Teramo ad affrontare il Teramo. e qualche volta battendolo, grazie alla sua sapienza tattica. La notizie della sua scomparsa, tanto più che si accompagna a quella di altri amici di grande valore in altri campi, come Adelmo Marino, docente e ricercatore, mi sgomenta. Lo ricordo commensale in alcune occasioni non troppo lontane nel tempo, piacevole conversatore anche su argomenti non calcistici, ma era soprattutto in quello sport che era stato il principale della sua vita, il calcio, che la sua eccellenza aveva brillato. La sua vicenda come calciatore avrebbe dovuto insegnarci molte cose e non ce le ha insegnate. perché poche volte abbiamo rivolto la nostra cura ai talenti calcistici – e non solo calcistici – locali, per una sorta di esterofilia che caratterizza i teramani, per i quali chi viene da fuori è sempre migliore di chiunque altro sia nato nella loro città. Nel calcio Diego Giannattasio è stato un’eccellenza e avrebbe meritato dai teramani maggiore riconoscenza. Giocava con la testa ancor più che con i piedi, e il suo talento era indubbio. Provo un grande dolore nel sapere che non è più tra noi. Ma resterà nel nostro ricordo, il ricordo di un campione di calcio e di vita”
Personalmente ricordiamo l’essere stato il “secondo storico” di Ilario Castagner e che proprio a Perugia, da allenatore della formazione Primavera, vinse due titoli italiani.
Appena pubblicata la notizia, ricevo un whatsapp da Arcadia, dal quale stralcio questo passaggio: “…riposa in pace grande Diego; hai il merito di avermi fatto leggere il nome Teramo sugli album Panini. Hai fatto onore alla nostra città ed al tuo quartiere, che è anche il mio“.
(da wikipedia) La sua carriera da calciatore, nel ruolo di mediano e a volte anche di libero, inizia in Serie D con il Matera. In carriera vince per tre volte il campionato di Serie C disputando così 4 stagioni da titolare in Serie B: con il Brindisi nelle stagioni 1972-1973 e 1973-1974, con il Lecce nel campionato 1976-1977e con il Matera nel 1979-1980, oltre a una breve esperienza con l’Avellino nel 1974 prima di essere girato al Bari. Termina di giocare nel 1981 a Matera dove inizia ad allenare. In carriera ha totalizzato complessivamente 122 presenze e 6 reti in Serie B.
(Diego Giannattasio, il terzo da sinistra, in occasione del ritiro del premio ‘Ricordando L’Interamnia”)