TERAMO – Sauro Bertocchi fu schierato per la prima volta tra i pali del Teramo domenica 19 ottobre 1952 in casa, al “Comunale” contro l’Ortona.
Era una squadra profondamente rinnovata, avendo voluto i dirigenti, in primis il presidente dottor Giuseppe Gadaleta, rinforzare quella che, terminata al primo posto nel campionato di Prima Divisione Abruzzese Girone A con ben 12 punti di vantaggio sulle seconde, Giulianova a Città Sant’Angelo, aveva conquistato il salto nel Campionato di Promozione Abruzzese, superando negli spareggi il Pratola, vincitore del girone B (con un pareggio esterno 1-1 e una bella vittoria in casa 3-1).
I tifosi erano contenti dei nuovi innesti, meno del terreno del “Comunale” ridotto in condizioni pietose dopo la rappresentazione dell’Aida, per la quale si erano perfino dovuti abbattere dei cancelli, ripristinati alla meglio. Ma era stato soprattutto rovinato il manto erboso. Qualcuno dei vecchi elementi era rimasto, ma molti erano gli innesti e tra questi il nuovo portiere, che aveva preso il posto di Raffaele Giorgetti, che aveva lasciato il Teramo dopo quattro stagioni e 99 partite.
Si chiamava Sauro Bertocchi e proveniva dal Pietrasanta, squadra della sua città natale. Di lui si sapeva poco e nelle due amichevoli di precampionato incassò 4 reti (due in casa nel 6-2 sul Pineto e 2 sempre in casa nel 2-3 con il Sulmona di Petrella) e lasciò qualche perplessità. Dietro di lui scalpitava un giovane portierino locale, Vitaliano Cordone, che aveva giocato una sola partita nella stagione precedente quella della promozione, nella prima del girone di andata, poi sostituito sempre dal titolare Giorgetti, che aveva tardato a firmare il rinnovo del contratto.
Dunque, Bertocchi l’incognita. Come sarebbe andato? Nella prima partita piacque: buon senso della posizione, buon coordinamento con i terzini Collevecchio e Vannucci, rete inviolata nel 2-0 casalingo con l’Ortona. Ma nella successiva, in casa di un Termoli arrangiato alla meno peggio a pochi giorni dall’inizio del campionato, fu travolto dalle critiche che non risparmiarono l’intera squadra, battuta 2-1 e apparsa estremamente nervosa, imprecisa in tutti i reparti e poco decisa in attacco. I due terzini Collevecchio e Vannucci numerose volte apparvero scoordinati con il portiere, più volte in difficoltà. Il Teramo subì due reti, di Carriero al 15’ del primo tempo e di Cordone, sempre nel primo tempo, dopo solo tre minuti dal goal del pareggio di Marà. Alla terza di andata ci fu un pareggio 0-0 con l’Orsogna in una partita che vide l’innesto del giovane Ricci in difesa e il ritorno del vecchio Lanciaprima, dopo i fasti in serie B nel Pescara e nel Foggia. Inviolata restò la porta di Bertocchi anche a Popoli (0-0 alla quarta di andata), e ancora alla quinta (5-0 interno con il Nereto). Bertocchi cominciò a piacere, era per tutti “il Sauro volante”. Alla decima di andata, la difesa più forte del campionato era quella del Teramo, con solo 4 reti subite. Ma al “Fragassi” di Città Sant’Angelo, la domenica successiva, ne subì ben cinque e fu un tracollo. Per fortuna Bertocchi riprese poi a tenere inviolata la propria porta in casa con il Vasto (4-0) e fuori casa ad Avezzano (0-2), e tornò ad incassarne una in casa con il capolista Sulmona (1-1) all’ultima del girone di andata, concluso con 10 reti complessivamente incassate.
Nel girone di ritorno, il “Sauro volante” mantenne inviolata la propria porta nelle prime due partire, subì una rete ad Orsogna, ma il Teramo ne segnò 3 e alla quinta ci fu un rotondo 9-0 sul Popoli, in un incontro nel quale i biancorossi maramaldeggiarono contro gli avversari e Bertocchi non toccò una palla. Dopo un 1-1 esterno a Nereto, arrivò il derby con il Giulianova, domenica 22 marzo 1953. Fu quello il giorno in cui “Sauro volante” diventò per tutti tifosi teramani un eroe. Nei primi quindici minuti di gioco i giuliesi attaccarono in massa e la difesa teramana sbandava ad ogni momento contro quella furia giallorossa, la coppia di terzini Collevecchio-Vannucci sembrava in preda alla confusione e anche i mediani, Franchini, Di Pasquale e Gamberini non sembravano loro. Ma davanti alla porta del Teramo non sembrava esserci un portiere, ma un muro.
Bertocchi parò di tutto, volò da palo a palo e bloccò e respinse ogni pallone. Al 18 segnò Lanciaprima e con il Teramo in vantaggio il Giulianova diventò ancora più furioso e attaccò in massa, con improvvise folate aggressive. Ma Bertocchi parò tutto, lo stesso fece nella ripresa, fino a quando a 10’ dal termine arrivò il raddoppio di Vezzani. Non era finita, perché i giuliesi ora sembravano tori impazziti contro un drappo rosso e bianco. Ma in porta c’era il “Sauro volante” e non riuscirono a segnare. Rimase tanto impresso quel giorno nei tifosi giuliesi che pochi anni dopo quel portiere se lo comprarono e lo portarono a parare al “Fadini”.
In quel campionato, il Teramo finì al secondo posto, due punti dietro il capolista Sulmona e Bertocchi era diventato intoccabile, per questo fu confermato anche nella stagione successiva, 1953-54. Erano gli anni in cui io seguivo le partite dalle curve della Specola, delle partite poco si vedeva e poco si capiva, ma il nome di Bertocchi aleggiava anche tra noi tifosi della curva, non quella del campo, parlo della curva della Specola. E si vedeva giù una macchia scura che in una delle porte, dietro un nugolo di giocatori in maglia biancorossa, parava e volava da un palo all’altro. Avevano costruito una nuova tribuna al “Comunale” e metà del campo sportivo non si vedeva, bisognava accontentarsi di intuire ciò che capitava nell’altra e, quando in quella visibile giocava il Teramo, si continuava a vedere quella macchietta scura che volava da palo a palo e il pubblico giù esultava alla parata come se i propri beniamini avessero segnato un goal.
Ovviamente, Bertocchi venne confermato per la stagione successiva, anche se fu ingaggiato a fargli da secondo Lino Bonnici, prelevato dall’Ursus Pescara. Alla settima di campionato “Sauro volante” mostrò ancora meglio di che pasta fosse fatto. Era domenica 20 novembre 1953 e il Teramo giocava in casa con il Celano, squadra tradizionalmente scorbutica. La partita stava per finire con il Teramo in vantaggio 2-0, con reti di Venturini e Pugliese (quest’ultimo al suo esordio) segnate nella ripresa. Su un’azione avversaria, Bertocchi uscì sui piedi del centravanti Bucceri, che cadde a terra. L’arbitro di Tonno di Pescara fischiò il rigore, ma Bertocchi, convinto che l’avversario fosse caduto senza che lui lo avesse toccato, protestò, e protestò ancora dopo che lo stesso Bucceri ebbe trasformato il rigore, con tale veemenza che venne espulso e ci volle del bello e del buono per farlo uscire dal campo. Nessuno prese il suo posto tra i pali, perché l‘arbitro fischiò la fine della partita.
In quella successiva Bertocchi, squalificato, venne sostituito da Bonnici, al suo esordio. Bertocchi tornò tra i pali dopo la giornata di squalifica, nel derby con il Giulianova. Che come portiere aveva Emiliano Della Penna (futuro allenatore del Teramo). Se nell’altro derby Sauro era stato l’eroe, in questo fu, purtroppo per lui, il responsabile della sconfitta. Al 25 del primo tempo volò a bloccare un tiro alto, ma ricadde con il pallone tra le mani dentro la linea di porta e ad un minuto dalla fine (autorete del portiere). Sul risultato 1-1, si impaperò davanti ad Ottino, che segnò e ridiede al Giulianova la vittoria nel derby dopo diciassette anni.
Da quel derby, la vita a Teramo per Sauro volante si fece difficile, tanto che a volte al suo posto fu schierato Bonnici. Quest’ultimo alla fine collezionò 13 presenza contro le 16 di Bertocchi, che a fine stagione fu ceduto e il suo posto venne definitivamente preso da Bonnici.
Nel campionato di quarta serie 1955-56 Bertocchi era portiere del Giulianova e nel derby del girone di andata (il giorno di Natale del 1955) la sua squadra vinse 1-0, ma il protagonista fu il portiere del Teramo Mario Costantini, che era arrivato dal Parma. Il derby di ritorno fu quello del famoso 4-1 vincente del Teramo, nel Giulianova sonoramente battuto tra i pali non c’era Bertocchi, ma Bartolini. C’era invece Bertocchi nell’altro, giocato nella stagione successiva, domenica 8 gennaio 1957, e finito 0-0.
Ormai le partite le vedevo non più dalla curva della Specola ma da quella del Comunale. Nel derby di ritorno Bertocchi tra i pali del Giulianova non c’era. C’era Costantini, ex portiere teramano. Entrambi, Bertocchi, non più “Sauro volante”, e Costantini per questo loro passaggio nel Giulianova, non restarono nel cuore dei tifosi teramani.