TERAMO – La storia di Via Longo la conoscono tutti e tutte. Non stiamo qui ad addolcire la pillola, soprattutto oggi. Non si può morire di freddo. In quelle case hanno trovato rifugio per anni persone che un tetto non lo hanno, gli invisibili, gli scomodi, i reietti. Persone criminalizzate in nome di un “decoro” ipocrita in questa società capitalista.
A loro si sommano decine e decine di individui e individue che dormono in fondaci, roulotte, case fatiscenti, in macchina, famiglie e singoli che hanno un tetto ma non hanno riscaldamento, luce e acqua.
Mentre siete comodamente seduti le persone muoiono di freddo.
La classica storia dell’Italia, paese del giorno dopo. Passata la tragedia si puntano i fari sul problema.
Proprio non possiamo evitarle le tragedie?
Da destra in questi giorni vediamo la totale chiusura sul tema con la bocciatura del progetto di Villa Pavone, a sinistra abbiamo chiesto pubblicamente incontri su incontri ma alla fine non si è arrivati a un bel niente.
Nulla di concreto su via Longo e sulla situazione del patrimonio Erp, l’Ater è in contrapposizione con il comune.
Non si collabora in nessun modo e a pagare siamo tutti.
C’è chi paga per la propria l’indifferenza, c’è chi paga per non aver fatto abbastanza e c’è chi paga con la vita.
Non si può morire di freddo
Tutto fermo sul diritto alla casa. Perché?
Questa è una sconfitta collettiva.
Ai cari delle persone scomparse tutta la nostra vicinanza.
Invitiamo tutti e tutte Martedì 6 dicembre alle 20 sotto i palazzi!
Non si può morire di freddo.
Comunicato CPC Santacroce, casa del Popolo, collettivo Malelingue