TERAMO – Il 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, ogni anno si impone nel calendario civile del paese e della nostra provincia con molteplici e importanti iniziative che vogliono sensibilizzare alla cultura del rispetto di genere e delle diversità.
Di questo abbiamo fortemente bisogno, perché l’Italia è il paese in cui muore una donna ogni tre giorni. Solo nel 2022, sono morte, per mano di un uomo, 104 donne.
La violenza di genere è la punta dell’iceberg che nasconde limitazioni sociali ed economiche, dipendenze imposte, atteggiamenti palesi o manifesti, che ledono ogni giorno la dignità e la libertà delle donne. Un modello patriarcale che, purtroppo, e in modo totalmente anacronistico, continua a pervadere la nostra società.
La donna viene riconosciuta nell’organizzazione sociale, nella politica, nel mondo del lavoro, in funzione del suo ruolo di madre: una visione inaccettabile da cui il paese però non riesce ad affrancarsi.
Per capire di cosa parliamo è necessario analizzare quale sia la situazione rispetto all’occupazione femminile. Le donne entrano tardi nel mondo del lavoro, e ne escono prima e più facilmente. Sono il fanalino di coda rispetto al numero di occupate in Europa e tra i primi posti per disoccupate. Le donne di questa generazione sono a rischio povertà in età pensionistica poiché hanno versato meno contributi: lavorano meno degli uomini per numero di ore, anche per via del part time involontario (vorrebbero lavorare di più ma non possono).
Ci tocca purtroppo constatare che cgilanche questa legge di bilancio non prevede nulla rispetto all’immissione e al permanere delle donne nel mondo del lavoro, mentre invece vengono riconosciuti congedi parentali e “sconti” pensionistici in funzione del numero di figli, continuando così a perpetrare una idea errata delle relazioni nella società in cui la genitorialità, meglio la maternità, è solo una questione femminile, anziché creare, come in tutta Europa, le condizioni per ridistribuire il lavoro di cura all’interno della famiglia con un welfare adeguato. I carichi famigliari, dunque, rimangono in capo alle donne e a costo zero per la società.
C’è molto da fare per arrivare alla parità di genere, gli studi ci dicono che ci vorranno 136 anni. Di questo ne abbiamo prova anche nella nostra Provincia, istituzione che non ha eletto nessuna donna in Consiglio provinciale.
Per questo, riteniamo importante la nomina della nuova Commissione per le Pari Opportunità provinciale per continuare a sensibilizzare le nuove generazioni e la società tutta ad una riflessione critica e consapevole sul tema, attraverso il coinvolgimento delle istituzioni, delle scuole, del mondo del lavoro, delle associazioni di categoria sulla lotta alla violenza, sull’importanza della cultura e delle politiche di genere e del linguaggio non discriminatorio, sulla prevenzione e sulla formazione.
Oltre a salutare con grande stima la presidente uscente Tania Bonnici Castelli, e tutte le componenti della commissione da lei presieduta, che ha saputo portare avanti proposte ambiziose e battaglie di civiltà, facciamo i migliori auguri di buon lavoro alla Presidente appena nominata, Amilde Francia, e a tutte le nuove componenti, per l’importate ruolo di cui è stata investita, consapevoli delle sfide che si troverà ad affrontare.
Lo facciamo ricordando che la Cgil, anche in questa provincia, era, è ed è sempre impegnata nella tutela dei diritti delle donne e per questo sarà disponibile a collaborare e ad essere protagonista in percorsi che si prefiggono l’obiettivo di superare le disuguaglianze e il raggiungimento della parità di genere, nel nostro territorio e in tutto il paese – ???????La Segreteria della Cgil di Teramo