La nebbia a gl’irti colli piovigginando sale, e sotto il maestrale urla e biancheggia il mar; ma per le vie del borgo dal ribollir de’ tini va l’aspro odor de i vini l’anime a rallegrar” Quando l’aria profuma di camino e caldarroste, e il freddo sempre più si fa sentire ci fa stringere nei cappotti di lana, allora è il periodo dell’anno in cui è più bello tornare a casa e lasciarsi tentare da un piatto che ristori, fumante e aromatico che riscalderà i cuori. Siamo nei giorni di San Martino. Protagonista anche di una celebre poesia di Carducci, che nel 1993 Fiorello mise in musica, mixata da Fargetta, e inserita nell’album Spiagge e lune, prodotto anche da Claudio Cecchetto, conteneva anche una cover in italiano di Please Don’t Go: Sì o no. Fu un successo in Italia e si distinse in classifica anche in Europa.
San Martino, vissuto nel IV secolo, rappresenta un’occasione per condividere pasti di ogni genere, da nord a sud, e celebrare in compagnia la fine del lavoro nei campi, come facevano i contadini di una volta. San Martino è stato uno dei santi più venerati del medioevo, in particolare in Francia. Cosa rese così popolare il vescovo di Tours, e perché alla sua festa sono legate tante usanze e tradizioni in tutta Europa. Martino nacque intorno al 315 nella regione della Pannonia e fin da giovane fu avviato alla carriera militare dal padre, che scelse il nome Martino in onore a Marte, dio della guerra. L’episodio più noto della vita del santo – il taglio del mantello per riparare dal freddo un mendicante – si svolse proprio quando era ancora soldato e testimonia l’attenzione per gli umili che avrebbe reso di lui un santo molto amato dal popolo. Secondo la tradizione Martino di Tours è stato un vescovo cristiano vissuto nel IV secolo e si narra che una notte particolarmente gelida, mentre stava facendo una delle sue solite ronde, si ritrovò davanti un mendicante seminudo e visibilmente sofferente. Senza pensarci due volte, l’allora cavaliere di origine ungherese tagliò in due il suo mantello militare per salvare la vita a quel povero mendicante. Ma quella stessa notte ebbe una visione che cambiò per sempre la sua esistenza: in sogno, infatti, gli apparve Gesù, il quale, con degli angeli, parlava proprio di Martino come una persona di buon cuore, per merito di quel gesto d’altruismo. Al suo risveglio, il protagonista di questa storia, non ancora battezzato, non poté fare a meno di abbracciare definitivamente la fede, diventando un simbolo molto importante per l’intero mondo cristiano. Si celebra oggi la “Giornata per i poveri” fortemente voluta da Papa Francesco che vuol mettere al centro dell’attenzione delle comunità ecclesiali le persone più in difficoltà. Proposta per la prima volta nel 2017 per volontà di Papa Francesco, sarà preceduta da una serie di iniziative promosse dal Dicastero per l’Evangelizzazione che andranno dalle visite mediche gratuite alla consegna di viveri e al pagamento delle bollette. Domenica mattina la Messa celebrata dal Papa in San Pietro. Sollecitare la Chiesa a “uscire” dalle proprie mura per incontrare la povertà nelle molteplici accezioni in cui essa si manifesta nel mondo di oggi: è l’obiettivo di fondo della Giornata mondiale dei Poveri fortemente voluta da Papa Francesco. L’iniziativa è giunta alla sua sesta edizione e il tema scelto dal Papa per quest’anno viene dalle parole dell’apostolo Paolo ai primi cristiani di Corinto: “Gesù Cristo si è fatto povero per voi”. (Cor. 2, 8-9).
Il detto “A San Martino ogni mosto diventa vino” ricorda invece che a San Martino si effettua la prima spillatura del vino novello. Ma anche che si celebra la Festa del Ringraziamento e del termine delle stagione agricola. Ed ecco perché si dice anche che San Martino sia il patrono dei cornuti, per via della tradizione di esporre le corna del bestiame in occasione delle fiere. Mentre altri collegano questa ricorrenza alle feste pagane promiscue che si svolgevano in questo periodo dellanno Nel tempo, San Martino è diventato sinonimo di condivisione anche per chi non recita messa ogni giorno. Con varianti folkloristiche che vedono varie feste combaciare, dal buon vino alle castagne, dalla festa dei cornuti (il motivo ancora oggi è sconosciuto, ma ci sono tante teorie) e con quella delle lanterne. In questo caso, si tratta soprattutto di una tradizione nord europea, dove il santo in questione, protagonista con la sua festività anche di una celebre poesia di Carducci, è molto sentito al punto che i fedeli percorrevano a piedi, con delle lanterne, il tragitto da casa alla chiesa.