La libertà di stampa ci pone di fronte alla conquista più importante per ogni popolo, che è, indiscutibilmente, la democrazia. Un bene sacro.
Libertà di stampa significa, perciò, innanzitutto democrazia, emancipazione sociale e civile, garanzia dei diritti umani e civili dei cittadini, emancipazione delle donne, libertà di pensiero e cultura umana, sviluppo della scienza, centralità della persona e della sua emancipazione individuale, culturale, sociale e politica.
Consigliere Cipolletti, tu che mi onori con i tuoi interventi, quando condividi e quando no, quando mi rimproveri, quando mi correggi, che ne pensi della censura? Consigliere Di Dalmazio che fai finta di non vedere e non sapere ciò che accade – e che al Bim hai ri-capito che le promesse di Pinocchio non sono sempre vere – tu che mi onori leggendomi, ridacchiando, tu che ne pensi della censura? Amici lettori che non avete mai commentato, mai condiviso, mai messo un like, ma in silenzio leggete, e siete sempre un po’ di più, voi che ne pensate della censura?
Le elezioni comunali si avvicinano. Alea iacta est. Alcuni amici, ma anche amici “sconosciuti” di fb, su messenger e wapp mi avvertono che lunedi da facebook è stato cancellato il mio articolo “Rula Jebreal chi” e mercoledi è stato cancellato il mio articolo “Pezzopane critica D’Alberto?”. Chi è stato. Chi ha chiesto a facebook di cancellare gli articoli. Questo mi interessa poco. Anzi non mi interessa per niente chi vuole censurare i miei articoli. Non mi interessa avere a che fare con chi non ha idee, e quindi non ha forza e palle per difendere le idee, la libertà, la pluralità, che sono a base della democrazia, del vivere civile, della crescita di una comunità. Poi, sciocco, come se, un pensiero espresso su Facebook si potesse limitare, censurare. Si può provare. Ma ci sarà sempre una donna come la professoressa Mariastella Urbini (che ringrazio) che riprende e rilancia l’articolo censurato. La conclusione Era immaginabile. Più di 5000 lettori (5276) invece dei 3307 dell’articolo Tafaffi e 4135 dell’articolo su D’Alberto che non ha fatto votare D’Alfonso. Per me molto più interessanti.
L’occasione invece è utile per ricordare innanzitutto a me stesso che la forma più elevata della democrazia si esprime nella libertà di pensiero, che si esplicita nella libertà di stampa. La stampa libera, è sempre esistita e si è posta, sempre, in contrapposizione al potere che voleva tacitare la libertà di narrare i fatti nella loro realtà e verità profonda. In Italia, l’articolo 21 della Costituzione ratifica: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”. Ciò non significa, certamente, che esista il diritto di diffondere notizie diffamatorie. La libertà di stampa può vivere solo dove vive la democrazia che ascolta le infinite voci della realtà senza reprimerle, anzi ponendole a confronto perché anch’esse accrescitive del valore della democrazia. Assistiamo invece al fatto che la democrazia sia quotidianamente esposta alle sfide di coloro che vogliono l’affermazione dell’autoritarismo. Non si tratta di retorica. No, assolutamente no! E’ una verità profonda, inconfutabile, insita nel diritto. Noi giornalisti che godiamo del diritto alla libertà, il cui lavoro è comunicare, siamo testimoni del benessere che questa libertà diffonde. E tu, e voi che avete chiesto e ottenuto la censura provvisoria, momentanea, dei miei articoli, invece come la pensate? Dando per scontato che pensiate e non abbiate azzerato il cervello oltre la coscienza, in cambio di due spicci e una poltrona provvisoria.