TERAMO – Dopo l’anteprima nazionale a Napoli, il nuovo lavoro di Mario Avagliano e Marco Palmieri, arriva nel teramano: sabato mattina, 8 ottobre, a Teramo; domenica, 9 ottobre, la mattina a Giulianova e il pomeriggio a Pineto. Sabato mattina a Teramo porteranno i saluti istituzionali: Gianguido D’Alberto, Sindaco della Città di Teramo; Andrea Core, Assessore alla Cultura, Loredana Di Giampaolo, dirigente dell’Istituto “Delfico-Montauti” di Teramo e Dimitri Bosi, responsabile della Biblioteca “Melchiorre Delfico”. Il giornalista Walter De Berardinis, curatore delle tre iniziative culturali in provincia, modererà la giornata. Relazioneranno: Alberto Melarangelo, docente e Presidente del Consiglio Comunale di Teramo; Donatella Stacchiotti, docente e nipote dell’antifascista giuliese Lidio Ettorre, citato nel libro insieme a Romolo Di Giovannantonio (1899-1942) morto nel carcere dell’Isola di Pianosa e uno dei due autori, lo storico Mario Avagliano.
Stretti nella morsa fra repressione e consenso, i reduci dei partiti messi al bando e gli oppositori militanti del fascismo, ma anche coloro che erano semplicemente scettici, poco allineati o scontenti furono emarginati, incarcerati, inviati al confino, costretti all’emigrazione e sottoposti al controllo occhiuto della famigerata Ovra. Gli spazi per esprimere dissenso – con scioperi, proteste o in forme non organizzate e in ambito privato – erano limitati ed era rischiosissimo lasciarsi sfuggire anche solo una battuta di spirito, a causa delle spie e delle delazioni. A partire dai rapporti delle prefetture, delle questure e dei carabinieri, le relazioni della censura, del Pnf e dell’Ovra, i giornali, i diari e le lettere dell’epoca, gli autori ricostruiscono le storie di una minoranza di italiani che, all’indomani del delitto Matteotti e fino alla caduta del regime, continuò a esercitare il dissenso. “Chi ha visto le interminabili sfilate in parata delle camicie nere, dei giovani, dei contadini, degli operai, degli atleti, dei preti, delle monache, delle madri prolifiche, chi ha assistito alle cerimonie nelle quali le più alte cariche dello Stato facevano atto di devozione al regime, ed alle dimostrazioni oceaniche nelle maggiori piazze d’Italia, alle folle deliranti per il duce, può intendere quali sentimenti dovesse vincere chi continuava la lotta anche dopo superata la crisi per l’assassinio Matteotti: aveva veramente l’impressione di muovere all’assalto del Monte Bianco armato solo di uno stuzzicadenti”, dichiarava il giornalista antifascista Ernesto Rossi (1897-1967), che con Altiero Spinelli preparò ‘Il Manifesto di Ventotene’.
Mario Avagliano e Marco Palmieri sono giornalisti e storici, con il Mulino hanno pubblicato “Vincere e vinceremo! Gli italiani al fronte” (2014), “L’Italia di Salò” (2016), “1948. Gli italiani nell’anno della svolta” (2018, Premio Fiuggi Storia), “Dopoguerra. Gli italiani tra speranze e disillusioni” (2019), “I militari italiani nei lager nazisti” (2020) e “Paisà, sciuscià e segnorine. Il Sud e Roma dallo sbarco in Sicilia al 25 aprile” (2021).