TERAMO – Si chiamava Idilio, e il suo nome suonava dolce, ma a rivelare la sua vera natura era il soprannome che gli avevano dato i tifosi del Teramo: “Trucpulle”, derivato da una nota marca di camion e di trattori: Truck-pull.
Idilio Collevecchio sul campo era davvero un trattore, o, se volete, un camion: gigantesco nella sua mole, irruento, quando arrivava addosso all’attaccante, che di solito allora era magro, basso, mingherlino e agile, era davvero come se gli piombasse addosso un camion. Agili com’erano, a volte, anzi spesso, gli attaccanti riuscivano a schivarlo all’ultimo momento e lo evitavano, ma, quando non ci riuscivano, erano ossa rotta e rumore di ferraglie.
Esordì domenica 5 dicembre 1948 al Comunale di Teramo nel campionato di Promozione Interregionale, contro la squadra Lavoratori Terni, battuti 3-0, nonostante gli umbri avessero tra i pali un portiere che era una leggenda, Luigi Ukmar, triestino, classe 1915, che ancora giocava. L’allenatore Umberto De Angelis schierò lui, difensore nato, all’attacco e, ovviamente, Idilio, si trovò alquanto spaesato accanto a frombolieri quali Calabrese, Rofi e Marà. Nella partita successiva, a Chieti, venne schierato in difesa ed ebbe il suo da fare contro i locali, che vinsero segnando tre reti e sarebbero state di più senza di lui. Disputò nel Teramo cinque campionati, collezionando ben 80 partite.
In campo era eroico, quando vedeva arrivare un attaccante nella sua area, dove troneggiava come un ciclope, lo puntava e, se gli arrivava addosso come un camion, erano dolori per il malcapitato. Ovviamente, con i piedi non era certamente uno stilista, eppure nella sua carriera riuscì perfino a realizzare tre reti. Quando le raccontava, una per una, nei dettagli – e lo faceva con grande umiltà e modestia, e solo se sollecitato – era divertito e divertente. Il primo lo realizzò in quel suo primo campionato. Era domenica 30 gennaio 1949 e il Teramo maramaldeggiò al Comunale contro il Rieti, segnando ben 9 reti. Quella di Truckpulle fu la quinta, messa a segno al 30’ del primo tempo, dopo una tripletta di Calabrese e una rete di Marà, seguita da un’altra rete di Marà, un’altra di Calabrese e una a testa di Rofi e Menga.
“Truckpulle” raccontava che si era avvicinato all’area avversaria, forte del 4-0 del vantaggio di quattro reti, si era visto arrivare il pallone e aveva calciato di destro con tutta la forza. Si era meravigliato egli stesso che il pallone fosse finito dentro la porta tra le urla festanti dei tifosi. La seconda rete la segnò nel campionato di Prima Divisione Abruzzese. Giocò poco in quella stagione, solo 6 partite, ma all’ottava partita di ritorno, la penultima del torneo, in casa contro il Sant’Egidio, segnò ancora una volta la quarta rete del Teramo, al 34’ del primo tempo, dopo una doppietta di Pellegrini I e una rete di Rofi, prima di una doppietta di Grifoni e una rete di Rofi. Le circostanze furono le stesse: forte del vantaggio, si avvicinò all’area avversaria, si trovò davanti un pallone e lo calciò con tutta la forza che aveva, a occhi chiusi. Li riaprì quando sentì il boato della folla e si accorse che il pallone era finito dentro la porta avversaria.
Un pomeriggio mi raccontò quella segnatura nel negozio di alimentari della sorella, lungo Corso De Michetti, gli feci notare che in entrambi le occasioni si era avvicinato all’area avversaria, cosa che non faceva mai. Mi confessò che gli allenatori gli proibivano di uscire fuori dell’area sua. Gli dispiacque che l’allenatore Agostini non lo schierasse in campo nello spareggio vinto contro il Termoli, battuto 3-1, nell’incontro che riportò il Teramo dalla Prima Divisione in Promozione Abruzzese. La sua terza ed ultima rete “Truckpulle” la segnò nel suo ultimo campionato, in Promozione Abruzzese, nella stagione 1953-54, alla dodicesima di ritorno, domenica 2 maggio 1954, contro l’Ursus Pescara, che aveva tra i pali un ottimo portiere, Di Censo. Quella volta la rete di “Truckpulle” fu quella della vittoria 2-1. Nel raccontarla, una sera, nel ristorante “La pantera nera” del suo ex compagno di squadra Peppe Di Ludovico, rideva, ammettendo che a segnare il goal era stato il vento. Aveva tirato da una distanza incredibile, dal cerchio di centro campo, c’era vento e il pallone, con una parabola altissima, aveva superato il portiere. Meno male, perché, dopo il goal segnato da Vincenzo Crescenzo, il popolare “Gniscìte”, poi dirigente del Teramo con il presidente De Berardis, i pescaresi avevano pareggiato con Verrocchio, e senza quella sua rete, o del vento, non sarebbe arrivata la vittoria.
Quella stagione per Idilio Collevecchio, detto “Truckpulle”, fu l’ultima in maglia biancorossa. La sua ultima partita la giocò due turni dopo, e fu anche l’ultima di quel campionato, fuori casa contro l’Orsogna, che vinse 3-1 nonostante fosse già condannato alla retrocessione. Fu una domenica amara per tutti, perché il Teramo finì terzo e a vincere il campionato e a guadagnarsi la promozione in IV serie fu il Giulianova di Magheri, Olivieri e Ottino, uno dei migliori della storia calcistica giallorossa.
Del mitico “Truckpulle”, restò a lungo il ricordo nei tifosi, che dopo molti anni ancora parlavano di quando agli attaccanti avversari arrivava addosso un camion con la maglia biancorossa.