L’AQUILA – “La maggioranza di centrodestra dice no ai sostegni per famiglie e imprese invocati dalle parti sociali e dalle associazioni di categoria e contenuti, almeno in parte, nella risoluzione che il centrosinistra aveva presentato all’esecutivo con una serie di proposte che avevano tutte le coperture finanziarie per poter essere realizzate subito. E mentre le altre regioni stanno mettendo in campo misure urgenti che si affiancheranno a quelle governative, l’Abruzzo perde un’occasione importante in un momento drammatico per tutti. Questo succede con Fratelli d’Italia al potere, che con la bocciatura di oggi si rivela indifferente ai veri bisogni della comunità e dell’economia regionale”, così i consiglieri dei gruppi Pd, Legnini presidente, Abruzzo in Comune e Gruppo Misto sulla III Commissione tenutasi stamane e a cui era approdata la richiesta di agire contro il caro energia.
“L’Abruzzo resterà ancora una volta indietro, rinunciando a sostegni che potevano concretizzarsi in tempi strettissimi, grazie alla deroga sugli aiuti che tuttavia scade il 31 dicembre 2022 e, per ora, non oltre – così i consiglieri Silvio Paolucci, Dino Pepe, Pierpaolo Pietrucci, Antonio Blasioli, Americo Di Benedetto, Sandro Mariani, Marianna Scoccia –. Il nostro provvedimento chiedeva un impegno preciso e immediato, ma ancora una volta il Governo regionale ha avuto poco coraggio. L’auspicio è ora che il provvedimento che è invece passato e che anche noi abbiamo responsabilmente sostenuto a fronte della bocciatura delle nostre proposte, smuova la Regione, anche se è difficile pensarlo, visto che la maggioranza si è spaccata anche su questo e Valore Abruzzo e Forza Italia si sono astenuti dal voto. La nostra proposta conteneva diverse possibilità, dall’istituzione di un fondo per famiglie e imprese, a interventi urgenti nei confronti degli abruzzesi in difficoltà, soprattutto quelli residenti nei comuni montani, nonché incentivi per consentire alle imprese a riconvertirsi a fonti energetiche alternative e rinnovabili. Noi resteremo mobilitati e chiederemo conto di cosa si sta facendo, perché la Regione non può lavarsi le mani di fronte a difficoltà tanto diffuse. Erano sostegni utili e doverosi, erogabili utilizzando i 41,21 mln di euro derivanti dalla scadenza delle cartolarizzazioni per i disavanzi sulla sanità, i 17 mln di euro di minore spesa legati al piano di rientro e, a partire dal 2023, le maggiori risorse provenienti dai canoni idrici, nonché le ingenti risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, quelle del nuovo ciclo di programmazione dei Fondi EU 2021/2027, che stenta a partire, ma anche i fondi a disposizione del POR FESR 2014/2020, che conta ancora 122,65 milioni che non sono ancora oggetto di pagamenti” –