Ora è ufficiale: la produzione di “Gomorra” girerà una puntata nel sottopassaggio più brutto d’Italia. Certamente in prima fila ci sarà il Sindaco fotomodello e l’assessore di cui parleremo a lungo tra qualche giorno. Come parleremo di un certo Luca Pilotti che ho scoperto essere consigliere, gli “extra” e tante belle cose. Ma intanto una domanda mi sovviene. Se è vero che l’idea di un enorme “Goldrake” in Piazza Garibaldi non mi piace proprio, è possibile che il Sindaco fotomodello, e il suo Core ‘ngrato assente a gettone, non siano riusciti a sfruttare a vantaggio della città la presenza e disponibilità di un riconosciuto maestro internazionale del fumetto come Carmine Di Giandomenico per rendere più bella una piazza brutta, che più brutta non si può? Una piazza abbandonata – non da oggi – che ora è diventata la punta di un iceberg di brutture.
Teramo, Piazza Garibaldi ore 7,00. Da Montorio, Campli, Nereto, Bellante, Castelnuovo arrivano i “cavallini”. Giovani che fanno il carico di erba e cocaina per i loro territori. Che ve serve? Trovate un po’ di tutto a prezzo buono grazie alla camorra pescarese che facilita i canali di approvvigionamento di hashish e bamba. Sono riusciti ad avere tanta roba, e a prezzo concorrenziale. Sono riusciti a fare in modo che chi non sta con loro si scansi. Poi la sera, alle 20:00, “i cavallini” tornano a Piazza Garibaldi per saldare il conto. Ogni sera tutto l’anno. Tranne il sabato (perché il carico è doppio) e domenica. Sarà perché è il giorno dedicato al Signore.
Teramo, Piazza Garibaldi ore 6,30/7,00. Cercate un muratore, un operaio, un lavoratore per la terra. Quelli in nero intendo? Li trovate a Piazza Garibaldi. Le prostitute dell’Est (inguardabili mostri da 30,00 €) arrivano verso le 9,00. Tutto noto. Da anni. Nessuno ha fatto nulla. Ora rien ne va plus, les jeux sont faits.
Ha ragione il consigliere Luca Corona. Sbaglia, e di brutto, il Sindaco fotomodello. Non si può sostenere che i ripetuti, violenti fatti di cronaca che si sono registrati negli ultimi tempi a piazza Garibaldi rientrino nella “normalita?”. Sbaglia, e di brutto, un primo cittadino – pur se fotomodello – che sottovaluta e liquida ripetuti, violenti e non casuali fatti come “casi isolati che rientrano nella norma”. Perché non è così. Perché giorno dopo giorno, senza che l’amministrazione abbia fatto un solo gesto di contrasto – a cominciare dalle famose e promesse e ripromesse mentendo e poi riripromesse telecamere che non sono state installate – la piazza è diventata una sorta di terra di nessuno, abbandonata e fuori controllo. Unica presenza dello Stato due vigili urbani alle 12:30 per fare le multe a chi sosta per riprendere i figli da scuola. Speriamo che, dopo la striscia rossa, scolorata, non passi di lì Verna per mettere il passaggio a pagamento per le auto in transito sulla piazza. Scommetto che ci ha pensato.
Ora rien ne va plus. Si sapeva? Si si sapeva e si sa tutto. Io l’ho scritto tante volte e penne più autorevoli di me lo hanno scritto più e meglio di me. Chi voleva e vuole sapere lo sa. Ma il teramano è tranquillo. Ciabatte e copertina non vuole guai. E’ il tipico italiano che si crede furbo se si fa “i fatti suoi”. E vive ogni cosa come un evento che lo riguarda solo marginalmente, che non incrocia la sua vita. L’ideale per chi vuole prendere possesso di un territorio. E così, ora les jeux sont faits.
La ragazza aggredita, il gay minacciato e offeso pesantemente, la rissa tra turchi e senegalesi, il giardino Marcozzi diventato un pisciatoio per “risorse” e ubriaconi, il conducente ferito mentre lavora, la signora scippata mentre esce dalla Chiesa, i furti continui nelle auto parcheggiate in zona, il ragazzo picchiato da due ubriaconi mentre mangia tranquillo il kebab. Ma anche le panchine sgangherate, i cestini perennemente pieni, la sporcizia dappertutto, un degrado profondo di una zona terra di nessuno, sono solo la punta di un iceberg di un fenomeno volutamente misconosciuto, cancellato, negato, che giunge alla ribalta solo quando c’è una denuncia. Cioè quasi mai. Una piazza tenuta in vita solo da un coraggioso fruttivendolo che resiste tra tanti contrasti e un bar gestito da bravi ragazzi che danno un senso di normalità e un momento di respiro. E se per il modello D’Alberto questa è la “normalita?”, non lo è, però, per i cittadini, che presto avranno modo di far sentire la loro voce come io, presto, dopo le mie ferie e le elezioni, tornerò sottovoce a far sentire la mia. Senza pretendere che nulla cambi. E per questo liberamente.
Fa più notizia la movida, si sprecano le condanne per i giovani, ma nessuno vuole raccontare che immediatamente dietro le luci ed il casino, nei vicoli, nel centro storico, si muovono assassini che vendono a poco prezzo qualsiasi tipo di sostanza, ad adolescenti. Delinquenti che troveranno un magistrato “comprensivo”. “Risorse” che sanno di rischiare al massimo brevi periodi in carceri che per loro, abituati nei loro paesi a ben altre vite, diventano luoghi di vacanza. Eppure tutto questo sembra non interessare. O, peggio, sembra “normale”.