Gentili Giornalisti,
vi ringrazio per l’attenzione mostrata all’iniziativa di protesta avviata da giorni insieme a dirigenti, iscritti al Sindacato S.PP. e al personale penitenziario con lo sciopero della fame che sto facendo da due settimane e il tour attraverso le carceri del Paese.

Al centro la rivendicazione di misure urgenti a mettere fine ai suicidi di detenuti – 57 dall’inizio dell’anno (di cui 14 durante questa stagione estiva) – e le aggressioni quotidiane agli agenti e al personale medico. In tutti questi giorni ho effettuato sit-in davanti 32 carceri ed incontrato sindaci e Presidenti di Regione con un proficuo confronto. In questo fine settimana continuerò il tour con questo calendario: venerdì Pisa e Genova, sabato Torino e Milano in serata Bologna, domenica Modena e Ancona, lunedì Sulmona. Ho programmato di concludere la protesta martedì 6 settembre a Roma davanti il Palazzo del Quirinale dove resterò ad oltranza in attesa di essere ammesso a colloquio con il Presidente Mattarella al quale da tempo ho rivolto un appello perché da garante della legalità faccia sentire la sua autorevole voce.

Purtroppo, in questa prima fase di campagna elettorale c’è persino chi parla di ritorno all’immunità parlamentare per evitare il carcere ai politici, ma non abbiamo ascoltato una sola parola sulla vergognosa e drammatica situazione insostenibile e non più tollerabile delle carceri del Paese. Gli schieramenti politici e i partiti che si contendono il successo del voto del 25 settembre hanno cancellato l’emergenza del sistema penitenziario come se non riguardasse i cittadini-elettori. Accade purtroppo che nessuno si occupi degli agenti e dei detenuti. Né ci pare di trovare qualche idea, non dico proposta, in programmi elettorali da parte di chi si candida a governare il Paese nei prossimi anni. Il solo Papa Francesco in occasione della sua visita a L’Aquila – a seguito di nostra sollecitazione – ha rivolto un pensiero al personale penitenziario e ai detenuti.

Da servitori dello Stato chiediamo solo di poter svolgere il nostro ruolo e far rispettare la legalità e a contrastare le mafie e la criminalità che, a nostro parere, deve svolgersi a partire dalle carceri. Ma in queste condizioni non siamo in grado di poterlo fare.

Uno Stato che, oltre a non garantire la legalità nelle carceri, non riesce a garantire la sicurezza dei detenuti e dei suoi dipendenti (il personale penitenziario) testimonia di aver rinunciato ai suoi doveri civici e tutto questo è semplicemente intollerabile – Aldo Di Giacomo, Segretario generale Sindacato Polizia Penitenziaria S.PP. – foto da L’Occhio di Napoli –