TERAMO – Riqualificare il Museo archeologico “Francesco Savini”, a Teramo e l’annessa Sala/Auditorium San Carlo, per restituirlo alla città e alla pubblica fruizione. E’ quanto chiede il gruppo consiliare Cittadini in Comune, con una mozione da discutere in Consiglio comunale. Gli spazi in oggetto (ospitati nell’ottocentesco palazzo dell’ex Tribunale in Via Melchiorre Delfico), sono chiuse dal terremoto 2016/2017 a seguito del quale sono stati dichiarati inagibili. Nella mozione, a firma dei consiglieri Osvaldo Di Teodoro, Giovanni Luzii e Ivan Verzilli, si prevede che l’opera possa essere finanziata attraverso il Bando pubblico “Contributi destinati a soggetti pubblici per Accordi e Partenariati speciali pubblico-privato per la valorizzazione del patrimonio culturale, ambientale e pubblico” di cui alla “Misura B2.2 del Programma unitario di intervento – Interventi per le aree del terremoto del 2009 e 2016 del Piano nazionale complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza” e che la gestione di parte del complesso immobiliare (ad esempio Book-shop, Auditorium, ecc.) venga affidata in partenariato pubblico-privato – come pure richiesto dal bando – ad imprese e/o operatori del terzo settore.

Leggi la MOZIONE:

PREMESSO:
• che è stato da poco pubblicato il Bando pubblico relativo ai “Contributi destinati a soggetti pubblici per Accordi e Partenariati speciali pubblico-privato per la valorizzazione del patrimonio culturale, ambientale e pubblico” di cui alla “Misura B2.2 del Programma unitario di intervento – Interventi per le aree del terremoto del 2009 e 2016 del Piano nazionale complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza”;

CONSIDERATO:
• che tale bando “è finalizzato a promuovere la valorizzazione del patrimonio culturale, ambientale e pubblico del territorio colpito dai sismi del 2009 e del 2016, attraverso Progetti che propongano percorsi di sviluppo sostenibile e inclusivo e che sappiano integrare obiettivi di tutela con le esigenze di rivitalizzazione sociale ed economica, di rilancio occupazionale e di contrasto dello spopolamento. Costituiscono dunque finalità del presente intervento il recupero e la valorizzazione del patrimonio pubblico, ivi compresi i beni storico-culturali diffusi, ambientali e del paesaggio, per scopi culturali, sociali, turistici e ricreativi, mediante iniziative di collaborazione tra amministrazioni pubbliche e il mondo degli operatori economici privati, quali imprese ed enti del terzo settore”;
• che i “Progetti possono essere elaborati anche in sinergia con le risorse finanziarie attivabili dai partner privati attraverso le altre linee d’intervento del Piano Complementare “Aree Sisma” ed, in particolare, con le misure B.2.1 e B.2.3, che prevedono incentivi alle imprese, con riferimento anche a beni immobili pubblici, singoli o plurimi, il cui recupero e valorizzazione avvenga secondo una strategia integrata capace di innescare e rafforzare i processi di sviluppo locale e territoriale e di crescita della coesione delle comunità di riferimento, o attraverso altra forma di incentivi pubblici”;
• che, sotto il profilo economico, “Il contributo richiesto, per ogni singolo progetto, non può essere inferiore a 200.000 euro e non può superare i 2,5 milioni di euro”, ma “Nel caso il progetto riguardi il riutilizzo e la finalizzazione di beni immobili vincolati ai sensi del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, recante Codice dei beni culturali e del paesaggio, ovvero il riutilizzo di edifici scolastici siti nei centri storici che non abbiano usufruito di finanziamenti per la ricostruzione, l’importo massimo delle spese ammissibili è aumentato a 3,5 milioni di euro”;

CONSIDERATO, QUINDI:
• che sia quanto mai urgente prevedere le forme di investimento più opportune che consentano lo sviluppo della città, utilizzando in tal senso le risorse messe a disposizione del Fondo complementare al PNRR dedicato alle aree dei crateri sismici 2009 e 2016;
• che le esigenze di riqualificazione del patrimonio pubblico sono numerosissime nel territorio comunale;

RITENUTO:
• di dover promuovere un dibattito pubblico sulle progettualità per le quali chiedere il finanziamento, dando atto che i termini di presentazione delle domande decorrono dal 30 settembre 2022 al 31 ottobre 2022;

RITENUTO, pertanto, di dover demandare all’organo esecutivo dell’Amministrazione:
• di adoperarsi per effettuare la ricognizione delle esigenze del territorio e di adottare di conseguenza le decisioni più opportune sugli investimenti da poter finanziare con il Bando pubblico in parola;
• di voler prendere in considerazione, a tal fine, la seguente proposta progettuale dello scrivente Gruppo consiliare:
Riqualificazione del Museo archeologico “Francesco Savini” e dell’annessa Sala/Auditorium San Carlo (ospitati nell’ottocentesco palazzo del Tribunale in Via Melchiorre Delfico), da restituire alla pubblica fruizione, prevedendo che la gestione di parte del complesso immobiliare (ad esempio Book-shop, Auditorium, ecc.) verrà affidata in partenariato pubblico-privato – come pure richiesto dal bando – ad imprese e/o operatori del terzo settore;

Tutto ciò premesso e considerato, IL CONSIGLIO COMUNALE DI TERAMO delibera di impegnare il Sindaco e la Giunta comunale:

• a volersi adoperare per effettuare la ricognizione delle esigenze del territorio, onde adottare di conseguenza le decisioni più opportune sugli investimenti da poter finanziare con il Bando pubblico relativo ai “Contributi destinati a soggetti pubblici per Accordi e Partenariati speciali pubblico-privato per la valorizzazione del patrimonio culturale, ambientale e pubblico” di cui alla “Misura B2.2 del Programma unitario di intervento – Interventi per le aree del terremoto del 2009 e 2016 del Piano nazionale complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza”;
• di voler prendere in considerazione, a tal fine, la seguente proposta progettuale dello scrivente Gruppo consiliare: Riqualificazione del Museo archeologico “Francesco Savini” e dell’annessa Sala/Auditorium San Carlo (ospitati nell’ottocentesco palazzo del Tribunale in Via Melchiorre Delfico), da restituire alla pubblica fruizione, prevedendo che la gestione di parte del complesso immobiliare (ad esempio Book-shop, Auditorium, ecc.) verrà affidata in partenariato pubblico-privato – come pure richiesto dal bando – ad imprese e/o operatori del terzo settore.