TERAMO – E’ accaduto all’Inail di Teramo, quando un lavoratore è andato a farsi visitare dall’Istituto nazionale assicurativo dopo aver subito un infortunio sul lavoro.
Un infortunio che ovviamente si doveva e poteva evitare facendo manutenzione su un’attrezzatura obsoleta, la cui responsabilità è in capo all’azienda contro la quale avvieremo tutte le azioni del caso.
In questo momento, però, il dito lo puntiamo verso quel medico dell’Istituto nazionale che ha visitato il lavoratore infortunato.
Infatti, in modo sprezzante, arbitrario e prevaricatore, il medico – dopo aver visitato approssimativamente il lavoratore – avrebbe sentenziato che quell’infortunio, che ha comportato “un trauma facciale, con ferita al labbro inferiore e frattura dell’incisivo superiore” con prognosi di sette giorni e inabilità assoluta temporanea di lavoro”, come riporta il referto del pronto soccorso, non fosse occorso sul luogo di lavoro, accusando di fatto il lavoratore di aver inventato di sana pianta l’accaduto. Questo è inaccettabile.
E’ inaccettabile che sia la stessa Inail – attraverso il proprio personale medico – a ritenere che gli infortuni sul lavoro siano frutto della fantasia dei lavoratori.
Se non fosse già grave così, aggiungiamo un elemento: la provincia di Teramo è quella che ha registrato il più alto numero di incidenti sul lavoro nella regione Abruzzo nei primi 5 mesi dell’anno, rispetto allo stesso periodo del 2021.
Ricordiamo qualche dato a tal proposito. Da gennaio a maggio 2022, sono stati complessivamente 7.628 gli infortuni in Abruzzo, 3.046 in più del 2021. Di questi, 2.333 in provincia di Chieti (+56%), 1.411 a L’Aquila (+45%), 1.567 a Pescara con una crescita del 55%. Ultima la provincia di Teramo che con 1.208 infortuni raddoppia il dato dello scorso anno attestandosi, con +109%, tra le province in Italia in cui più alto è stato l’aumento percentuale degli incidenti sul lavoro (dati forniti dall’Inca Cgil Abruzzo Molise).
Come se non bastasse, l’Inail di Teramo è in una situazione in cui mancano dirigenti, in particolare Direttore e Primario, e i medici presenti sono solo due. Figure fondamentali per il ruolo che ha l’Istituto nazionale di cui non può trovarsi sprovvista proprio per l’importante e delicata missione che è chiamata a svolgere.
Comprendiamo che, in queste condizioni, il personale presente, a causa dell’essere sotto organico, sia sottoposto a ritmi di lavoro stressanti, ma certamente questo non può essere l’alibi per giustificare una simile risposta ad un lavoratore che ha subito un infortunio.
Visti i dati allarmanti, non possiamo che porci due legittime domande: è possibile che con questi numeri sulle denunce di infortunio, l’Inail sia in una condizione in cui è tale la carenza di personale? E poi, in che modo il medico in questione può aver trovato la benché minima opportunità di esternare simili considerazioni davanti al lavoratore infortunato?
Tante, purtroppo, sono le aziende che ritengono ancora di dover contenere i costi risparmiando sulla pelle dei lavoratori. E nonostante tutto, le nostre fabbriche sono piene di lavoratori che continuano responsabilmente a svolgere il proprio compito.
Segreteria provinciale di Teramo
Ci rivolgiamo all’Inail, verso cui abbiamo grande fiducia, chiedendo di vigilare affinché non accadano più simili vicende e ricordando a chi è tenuto a tutelare per propria natura i lavoratori che, anche nei modi, è necessario essere dalla parte dei lavoratori, non di chi li umilia.

 

La segretaria provinciale
FIOM CGIL Teramo
Natascia Innamorati