Caminante. No hay camino, se hace el camino al andar. Puoi essere cristiano, musulmano, credente o no, qualunque cosa tu sia, io ti consiglio di provare questa esperienza. Non si può descrivere con un aggettivo. Semplicemente devi viverla. Il Cammino di Santiago è un percorso che non dimenticherai, per molte ragioni. Da Pamplona, in Navarra, il Cammino francese è di 780 km (in 30/35 giorni) ed è considerato l’itinerario per eccellenza fra i dodici che culminano nella Cattedrale di Compostela, e il più battuto dal Medioevo, annotato nel Codex Calixtinus. “Vai avanti per monti, vallate, colline, fiumi, avanzi per stradine asfaltate o sentieri infangati, con la pioggia o con il sole vai sempre avanti… fino a qui, alla tomba dell’Apostolo”. Ma l’arrivo non è la fine, è l’inizio, perché tu non sei più lo stesso che alla partenza. E’ “il Cammino”. E il cammino è come la vita . “Caminante. No hay camino, se hace el camino al andar», scriveva Machado” («Viandante, non esiste il cammino, il cammino si fa andando»). Queste sono le poche parole che mi sono sentito di dire ai 14 ragazzi della Provincia di Teramo che partono questa mattina per Roma/ Barcellona / Pamplona  per fare il loro cammino. Giovani che sono stati coinvolti nel cammino dagli incontri che ho organizzato in Provincia  nelle librerie e nelle scuole , con lo scrittore Giuseppe Leonelli autore del best seller pluripremiato “Santiago”. Mentre di teramani guidati dalla signora Tina Fonte di Giulianova sono già sul cammino. 

Papa Francesco ha concesso una proroga dell’Anno Santo del 2021, a causa delle restrizioni della pandemia, sarà per questo che il pellegrinaggio a Santiago di Compostela è in pieno rinascimento. E batte record. Alla chiusura di un maggio spettacolare per gli arrivi di viandanti internazionali erano state superate le 155.000 compostelas– il certificato che accredita il percorso giubilare fatto – con un aumento del 22% rispetto ai primi cinque mesi del 2019, che era stato il migliore anno di sempre, con 347.578 pellegrini. Il numero dei camminanti è in realtà superiore ai 500mila pellegrini, del 30-50% maggiore ai numeri ufficiali, perché in molti non ritirano ‘la credenziale’. Ma l’affluenza è misurata da sensori installati fra Serria e O Pino, lungo il Cammino francese.

Bisogna incamminarsi mettendo a prova la propria resistenza. Che sia per ricerca personale o per necessità di contatto liberatorio con la natura dopo il Covid, intensificata dalle crescenti angosce per le crisi globali e il conflitto in Ucraina, è un’esperienza arricchente per tutti. Che in un sentimento di solidarietà e fraterna condivisione amplia la comunità mondiale di chi ha condiviso le piaghe ai piedi e il saluto iniziatico: ‘Buon cammino!’. Il pellegrinaggio lungo rotte considerate sacre nei secoli propone un cambio radicale di comportamenti, un’alternativa di valori umani e universali a fronte di un modello sempre più alienato e competitivo a livello globale. E la domanda di spiritualità è più che mai trasversale e in aumento. Dei camminanti registrati nel 2021, per la metà sono donne e per l’altra metà uomini . Le rotte giacobee racchiudono tre aspetti chiave: il pellegrinaggio, con l’esperienza di collaborazione e arricchimento personale; i paesaggi naturali non sovraffollati; e il patrimonio culturale e gastronomico. Parliamo di un Cammino che ha permesso nei secoli di creare uno spazio di cooperazione e di incontro dei valori comuni sui quali costruire l’identità europea. Il Camino Francese è diventato un tunnel di masse itineranti, transitato nel 1982 da soli 120 pellegrini, mentre nel 2019 hanno superato i 350.000. Nella regione a nordovest, gran parte degli ‘albergues’ pubblici, gli ostelli è già quasi ‘soldout’ con un importante motore economico nei cammini del sapere, dell’andare, del credere.  Sulla strada il pellegrino trova quello che ha cercato da sempre, incluso la temibile opportunità di trovare Dio. Ma in tanti si incamminano senza interiorizzare il percorso, restando aggrappati al mondo digitale, all’Ipad e alle reti sociali, senza lasciarsi indietro i propri problemi e i carichi e, pertanto, senza aprire lo spirito, che poi è l’autentico risultato del viaggio.