TERAMO – Il 12 luglio è stato approvato dalla Camera dei deputati il Disegno di Legge su “Istituzione del Sistema terziario di istruzione tecnologica superiore”. Il PNRR prevede un investimento straordinario sugli Istituti Tecnici Superiori (1,5 miliardi fino al 2026) condizionato, però, all’adozione di un provvedimento di riforma dell’intero settore.

Cosa prevede:

– istituzione del Sistema terziario di istruzione tecnologica superiore

– gli Istituti Tecnici Superiori (ITS) assumono la denominazione di ITS Academy

– gli ITS Academy fanno riferimento ad una specifica area tecnologica

– per ogni area tecnologica sono previste figure nazionali di riferimento declinabili a livello regionale in profili

– ai percorsi erogati dagli ITS Academy si può accedere o con diploma di istruzione secondaria superiore oppure con il diploma quadriennale di istruzione e formazione professionale

– sono previsti percorsi biennali (1.800 ore) o triennali (3.000 ore) strutturati in semestri

– almeno il 35% del monte ore deve essere destinato a stage aziendali e tirocini formativi

– i percorsi si concludono con verifiche finali delle competenze acquisite

– i diplomi costituiscono titolo valido per l’accesso ai pubblici concorsi e per l’accesso ai concorsi per insegnante tecnico-pratico

– gli ITS Academy sono autorizzati a svolgere le attività di intermediazione di manodopera

– il personale docente deve provenire per non meno del 50% dal mondo del lavoro

– tutto il personale è reclutato dagli ITS con contratto di prestazione d’opera.

Lo standard organizzativo rimane quello della Fondazione di partecipazione. L’istituto secondario di II grado, pur mantenendo il ruolo di fondatore, non è più l’ente di riferimento dell’ITS Academy.

La riforma definisce, inoltre, gli organi minimi necessari della Fondazione:

  1. a) il presidente, che ne è il legale rappresentante e che è, di norma, espressione delle imprese fondatrici e partecipanti aderenti alla fondazione; b) il consiglio di amministrazione, c) l’assemblea dei partecipanti; d) il comitato tecnico-scientifico; e) il revisore dei conti.

Le risorse sono pari a oltre 48 milioni di euro annui a decorrere dal 2022 e vengono attribuite secondo gli attuali criteri basati su un sistema di valutazione elaborato in due Accordi del 2014 e del 2015.

Viene istituito, presso il Ministero dell’istruzione, il Comitato nazionale ITS Academy per l’istruzione tecnologica superiore, con compiti di consulenza e proposta, nonché di consultazione delle associazioni di rappresentanza delle imprese, delle organizzazioni datoriali e sindacali, degli studenti e delle fondazioni ITS Academy. È prevista una fase transitoria della durata di tre anni.

Il testo approvato è un documento deludente. Innanzitutto l’adozione del termine ITS Accademy fa chiaramente riferimento a un modello che si è sviluppato in questi anni soprattutto nel nord-est, che ha inquadrato l’ITS quale mera struttura formativa al servizio di specifiche aziende e di territori con un sistema produttivo forte, lontanissimo dall’idea di percorsi formativi strutturalmente coerenti con le politiche di sviluppo tecnologico del Paese.

L’eliminazione della scuola quale soggetto di riferimento indirizza tutto il provvedimento verso un’altra privatizzazione e riduzione della dimensione nazionale di un pezzo del sistema formativo. Le risorse stanziate nella legge sono davvero scarse (poco più di 48 milioni annui).

È previsto che tutto il personale docente, tecnico amministrativo di laboratorio sia assunto con contratti di prestazione d’opera. Come sia possibile ipotizzare il consolidamento di questo sistema terziario senza prevedere per lo meno la stabilità del personale tecnico e amministrativo, appare incomprensibile.

C’è il rischio che dietro questa riforma in realtà si celi l’interesse per percorsi formativi fino ad oggi di nicchia: orientare l’utilizzo delle cospicue risorse del PNRR, peraltro mai citate nel provvedimento, di 1,5 miliardi fino al 2026, trasformandole in ulteriori incentivi alle imprese sotto forma di formazione.

Ribadiamo che per la FLC CGIL  il sistema ITS deve poggiarsi su elementi chiari e definiti

  • una regia pubblica che non affidi l’incontro tra domanda/offerta di competenze solo alle singole aziende, ma che rafforzi scelte di politiche di sviluppo industriale e tecnologico volte a elevare la qualità della produzione e del lavoro.
  • standard qualitativi e quantitativi omogenei che, pur nel rispetto delle competenze delle Regioni, diano vita ad un “sistema nazionale ITS” basato su principi comuni e condivisi su tutto il territorio nazionale;
  • un sistema di monitoraggio e valutazione che sappia leggere le criticità e intervenire a correggerle attraverso azioni mirate e sostenere azioni di potenziamento del sistema;
  • capacità di aggiornare le competenze professionali adeguandole alle sfide dell’innovazione tecnologica;
  • disponibilità di risorse finanziarie stabili e adeguate a partire da quelle nazionali;
  • cabine di regia a livello nazionale e regionale con la partecipazione diretta delle parti sociali per legare l’esistenza degli ITS e la definizione dei relativi percorsi, a politiche di sviluppo territoriale e a precise scelte di politica industriale su ambiti tecnologici strategici strettamente connesse con le politiche di ricerca.

FLC CGIL TERAMO