TERAMO – “Gentile Prefetto, la ringraziamo per l’invito e la convocazione che ci è pervenuta per il tavolo del 14 Luglio 2022 per le problematiche riguardanti i dipendenti e la Asp1 della Provincia di Teramo. Le motivazioni per le quali abbiamo abbandonato il tavolo del 6 Luglio 2022 le abbiamo esposte e sono ben note, nonostante non sia nostra abitudine abbandonare tavoli a cui siamo convocati abbiamo ritenuto opportuno, nel rispetto delle lavoratrici e dei lavoratori che hanno scioperato, non presiedere ad un tavolo che non poteva di certo far emergere tali criticità. In virtù di queste ragioni, infatti, le motivazioni della crisi perdurante e gravosa nella quale continuano a stazionare le lavoratrici e i lavoratori sono ancora integre e, nostro malgrado, ci sembrano inossidabili. Abbiamo portato più volte a conoscenza la Prefettura e tutte le istituzioni presenti al tavolo da lei convocato la situazione di forte disagio che vivono ogni giorno le lavoratrici e i lavoratori dei servizi erogati dalla Asp1, situazione che, purtroppo, si è aggravata con il tempo e con l’inflazione che continua a salire pesando soprattutto su chi deve centellinare le proprie risorse. Il 6 Luglio, nonostante abbiamo abbandonato il tavolo, Le abbiamo consegnato solo alcuni dei tanti messaggi che lavoratrici e lavoratori, in accorati e disperati appelli, giustamente ci inviano. Alcuni di questi messaggi sono rivolti anche principalmente a lei, in quanto massima carica dello Stato. Abbiamo svolto più di 10 incontri istituzionali solo negli ultimi 8 mesi e, con profondo rammarico, alle continua grida di allarme ci è sempre stato risposto che la situazione era sì di difficoltà, ma sotto controllo. Eppure non è affatto sotto controllo la situazione delle famiglie degli oltre 200 lavoratori che ogni giorno garantiscono l’apertura di uno dei servizi più importanti della nostra Provincia.

Per queste ragioni, ad oggi, non sussistono motivazioni per la nostra presenza nel tavolo istituzionale da Lei convocato. La Pap e la Polis, ad oggi, per loro stessa ammissione, non sono in grado di garantire gli stipendi e questo non ci permette di sedere ad un tavolo e di parlare di ‘prospettive’, di ‘piani’ e di ‘azioni future’. Nell’ormai lontano Dicembre 2021 ci eravamo recati presso un’altra sede istituzionale, quella dell’Assessorato alle politiche sociali e ci era stato promesso che sarebbero arrivati quei fondi che avrebbero dato respiro alle aziende e conseguenzialmente alle lavoratrici e ai lavoratori. Non vogliamo essere ripetitivi, ma solo rimarcare come le nostre azioni spesso e volentieri sono andate sempre ben oltre il nostro ruolo di rappresentanza del mondo del lavoro. Ci siamo dovuti preoccupare delle leggi che governavano le Asp, ci siamo dovuti preoccupare dei finanziamenti ad hoc che sarebbero serviti per placare le urgenze, ci siamo dovuti preoccupare dei piani di risanamento e di prospettive. Lo abbiamo fatto nell’interesse della collettività e nell’interesse delle lavoratrici e dei lavoratori che rappresentiamo.

Per queste ragioni oggi, quindi, se non abbiamo un documento scritto in cui le aziende che erogano i servizi presso la Asp1 si impegnano formalmente a garantire il salario alle lavoratrici e ai lavoratori, non possiamo permetterci e non vogliamo sedere al tavolo da Lei convocato, pur apprezzando l’impegno della maggior istituzione presente nella nostra Provincia. Renderemo pubblica questa lettera e come sempre rispetteremo tutte le istituzioni, ma ci sono momenti e circostanze che richiedono una presa di posizione. Le lavoratrici e i lavoratori che noi rappresentiamo hanno dimostrato di avere molta pazienza, di sedersi insieme a noi ai tanti tavoli che noi abbiamo promosso o chiesto di convocare. Come rappresentanti di un’ Organizzazione Sindacale partecipiamo a tantissimi tavoli durante tutti i giorni dell’anno, ma abbiamo un obbligo morale, etico e di rappresentanza: il rispetto delle lavoratrici e dei lavoratori che ogni giorno, senza la certezza di uno stipendio, garantiscono assistenza di qualità agli anziani della nostra Provincia. Per questo, per il rispetto nei loro confronti e perché non vediamo nessuna soluzione che ancora è pervenuta, non parteciperemo al tavolo convocato per il 14 Luglio, se le aziende non garantiranno per iscritto la retribuzione puntuale del salario”. – I segretari provinciali di FP CGIL, Pancrazio Cordone e FILCAMS CGIL, Mauro Pettinaro.