TERAMO – Mentre il Governo annuncia la adozione di misure straordinarie per far fronte alla grave crisi idrica che assilla il nostro Paese, il Comitato Azione Popolare stigmatizza come lo stesso Governo e la Regione Abruzzo non abbiano mosso concreti passi per la bonifica del sito dell’Istituto Nazionale di Geofisica e per la contestuale messa in sicurezza del sistema idrico del Gran Sasso.
La conseguenza delle dette omissioni è il permanere in vigore del meritorio provvedimento disposto già alcuni anni fa dalla Magistratura teramana che impone, in via precauzionale, la messa a scarico di 100 litri di acqua al secondo: una enorme mole di acqua che non può essere utilizzata dagli abruzzesi a causa dell’incombente concreto pericolo di inquinamento.
Ogni commento pare superfluo. La enormità del dato, tuttavia, dovrebbe indurre l’Esecutivo, sia Nazionale che Regionale, ad intervenire senza ulteriore indugio ponendo al vertice del pubblico interesse da tutelare la salute dei cittadini abruzzesi, interesse che deve essere considerato prevalente rispetto alla libertà degli studi e della ricerca scientifica sia di carattere civile che, eventualmente, militare.