TERAMO – In questi giorni, mi sono imbattuto in diversi articoli che parlano della nomina del nuovo Presidente dell’Ente Parco Gran Sasso e monti della Laga. Quale rappresentante dell’associazione Usi Civici Teramani, che racchiude ben nove Amministrazioni Separate dei Beni di Uso Civico della provincia di Teramo, vorrei fare una riflessione. Noi che viviamo da sempre questi territori e che abbiamo visto la nascita del Parco e che comprendiamo anche le dinamiche politiche, che anche in questo caso regolano gli equilibri di ripartizione degli interessi, vorremmo porre l’attenzione sullo scollamento, la diffidenza, fino ad arrivare all’indifferenza, perpetrati nel tempo, tra chi vive questi luoghi di montagna e l’ente Parco Gran Sasso monti della laga. Da troppo tempo il territorio viene vilipeso da una governance inadeguata ed approssimativa, orientata più al mantenimento di posizioni che al bene del territorio e delle popolazioni che vi risiedono. Le amministrazioni separate dei beni di uso civico sono espressione di popolazioni che tenacemente resistono sul territorio e che hanno ben chiaro come la presidenza di un ente Parco dovrebbe essere affidata, come primo requisito, ad una personalità di alto profilo e super partes. Dovrebbero esser lasciate da parte le logiche spartitorie che purtroppo ispirano solitamente le scelte in sede politica; non è la provenienza da una o dall’altra provincia abruzzese che può essere criterio adeguato alla scelta di una persona che deve guidare un ente assai complesso come l’Ente Parco. Bisognerebbe poi che il candidato possedesse specifiche competenze nelle materie che sono oggetto dell’azione dell’ente Parco, e dunque nella normativa sulla protezione dell’ambiente e sulle aree protette, sulle foreste, sugli usi civici, che interessano la gran parte delle aree di maggior pregio comprese nel perimetro dell’area protetta. E’ poi indispensabile che il candidato conosca il territorio del Parco nelle sue unicità, cioè frequenti la montagna conoscendone le potenzialità, i valori naturalistici, le possibilità di sviluppo anche turistico, ma anche e soprattutto la gente che risiede nelle terre alte, con la sua economia, con la voglia di rimanere nonostante tutto. Il futuro presidente dell’Ente dovrebbe avere una visione delle prospettive di tutela delle specie e degli habitat presenti nel parco e dovrebbe altresì avere un piano per lo sviluppo complessivo del territorio del Parco, mirando a completare l’attuazione della legge 394 del 1991 attraverso l’adozione degli strumenti di governo delle aree protette ancora mai posti in essere quali il regolamento ed il piano di sviluppo economico e sociale. Le Amministrazioni Separate dei Beni di Uso Civico sono dunque fortemente preoccupate circa la nomina del futuro presidente dell’Ente Parco Gran Sasso e monti Laga. Questa convivenza tra ente Parco, che giustamente ha come missione il preservare la diversità faunistica e floraistica del territorio montano e regolare le attività dell’essere umano, si è tradotta sempre in veti, divieti, negazioni e imposizioni, fino ad arrivare a vere paralisi in alcuni periodi dell’ormai ultra decennale vita del Parco. A testimonianza di quello che noi tutti, diretti interessati ripetiamo da anni, è il progressivo, inesorabile, costante spopolamento delle nostre zone, ricco di borghi ormai diventati fantasma, perché i giovani che sono coloro che dovrebbero dare continuità alla storia millenaria, sono andati via e lo stanno continuando a fare. Questo momento storico dovrebbe essere sfruttato da chi ha la peculiarità di indicazione del nome del nuovo presidente dell’ente Parco, per dare un segnale di discontinuità con il passato, indirizzando la scelta su un nome di alto profilo tecnico, profondo conoscitore del territorio e delle sue necessità e non fermarsi magari solo alle logiche politiche e di interessi, che nulla hanno a che fare con il territorio in questione. Chi ricoprirà il ruolo di presidente dovrà risolvere problemi estremamente importanti, come i divieti comunitari istaurati non proprio in maniera ortodossa delle zone SIC (Siti di Importanza Comunitaria ) e ZPS (Zona di Protezione Speciale), un regolamento del Parco condiviso con tutti i portatori di interesse, associazioni, istituzioni, enti, considerando che, dalla costituzione dal parco avvenuta nel lontano 1995, sono ancora in vigore le norme di salvaguardia che dovevano essere applicate solo per il tempo strettamente necessario alla redazione di un regolamento che, ad oggi appare ancora in bozza. La stessa, tra l’altro mai approvata dalla amministrazioni separate a dai comuni a causa delle innumerevoli restrizioni imposte sulle aree protette. Il tutto a dimostrazione della blanda collaborazione tra i comuni. gli usi civici e l’ente Parco. Pertanto, a nome delle Amministrazioni Separate dei Beni di Uso Civico chiedo, al fine di risolvere i problemi che si sono creati nel corso degli anni, vengano ascoltati anche i rappresentanti dell’Ente nel concertare l’individuazione del prossimo Presidente del Parco.
Presidente Usi Civici Teramani Tudisco Paride