TERAMO – La città di Teramo potrà anche attendere la sentenza definitiva del giorno venerdì 8 luglio p.v., ma non dovrà farsi cogliere impreparata dalla probabile esclusione, per moltissimi certa, dal prossimo campionato di Lega Pro.

Non esistono alternative all’auspicata partecipazione alla prossima quarta serie nazionale: fa male anche solo scriverlo ma si deve andare in questa direzione se si vorranno evitare i campionati di Promozione e di Eccellenza futuri, i cui costi “a vincere”, ammesso che ci si riesca, sarebbero di molto superiori ai 300.000 euro a fondo perduto necessari per chiedere e per ottenere l’iscrizione alla Serie D 2022-’23.

Avrà un’importanza relativa, poi, il costo per l’allestimento della squadra: lo si potrà fare con poco per programmi minimi o con cifre più importanti se ci fossero forze a sufficienza per cullare ambizioni diverse.

D’altronde la città non ne può più: è sfibrata dal dover continuare a camminare sulla lama di un rasoio. E’ necessario voltare pagina nel rispetto dovuto verso chi ha comunque tentato una seconda vana impresa, dopo quella conseguita sul campo di gioco; il Teramo Calcio infatti lascerà il calcio professionistico non per demeriti tecnici!

Chi potrebbe avvicinarsi alla causa? Sono diversi gli imprenditori del territorio della provincia che non si tirerebbero indietro e con taluni abbiamo testato anche le volontà: immaginiamo un gruppo di lavoro di 4-5 partite Iva e di una buona organizzazione commerciale per continuare ad urlare Forza Teramo ogni domenica.

Magari a Villa Vomano o a Castelnuovo Vomano.

Il lavoro di coordinamento competerà a Gianguido D’Alberto, ancora una volta, magari ricordando che l’iter da dover assolvere è stato già sviluppato a Foggia, da tal Emilio Capaldi.

(foto La Luce di Maria)