TERAMO – Difficile; sarà molto, molto difficile che il Teramo ce la faccia.
Lo scrivo nella consapevolezza che i contenuti di questo articolo troveranno tanti riscontri avversi e non soltanto: invito i lettori a riflettere un secondo in più e a non dimenticare che sono un teramano nato e cresciuto nel quartiere di San Berardo, amo il Teramo che seguo da sempre e professionalmente dal 1979 e che soffrirò tantissimo per la possibile scomparsa.
Questa avrebbe un sapore peggiore di quella del 2008 perché i tempi sono cambiati e perché la terza serie nazionale è di casa, da queste parti, dal 6 aprile 2014, da 8 anni ininterrotti. Potrei anche aggiungere che Teramo da 14 anni ha uno stadio-gioiello invidiato da tanti ma che proprio dalle sue origini, dal 2008, non ha mai prodotto benefici, anzi…
Il presente è noto: se si è pronti alla battaglia legale che sarà avviata dopo il primo luglio, va detto che il problema principale sull”indice di liquidità non è il solo. Ce n’è un secondo (sarà l’ultimo? – ndr -) che è legato indirettamente alla continuità aziendale. Esiste, infatti, nel corso del campionato ultimo, un NON parere della Reviaudit Italia S.p.A,, società di revisione contabile per gli adempimenti Co.Vi.So.C, conseguente ad un verbale del CdA del Teramo Calcio Srl, nel quale emergeva una situazione economico-finanziaria difficile a tal punto che, la società di revisione, alzava le mani! Questo documento ha un’importanza altrettanto vitale tra le scartoffie presentate alla Co.Vi.So.C. per l’iscrizione.
Bastano due certezze? Probabilmente sì, per i beneinformati sono anche troppe, senza dimenticare che nella vita, talvolta, i miracoli accadono…
Il futuro: il migliore possibile si chiamerebbe serie D sempreché la città di Teramo riuscisse a creare una nuova società, “benedetta” dal Sindaco per precise disposizioni. Ma con chi?
Ricordiamo che per far parte della prossima quarta categoria nazionale, necessiterebbero, subito, 3o0.000 euro a fondo perduto e, a seguire, l’allestimento completo di una squadra di calcio. Saremmo vicini al presumibile costo complessivo non inferiore al milione, escludendo quelli per l’uso del “Bonolis” che inciderebbero nella misura del 15-20%. Se al Bonolis si giocasse.
Stadio Bonolis: è stato oggetto d’interesse da parte del presìdente del Monterosi (Lega Pro girone C) che non ha un campo di gioco regolare e che la stagione passata era emigrato a Viterbo. Luciano Capponi, che abbiamo ascoltato nel pomeriggio, ci ha confermato l’indiscrezione: “Si è vero, ci sarebbe piaciuto giocare a Teramo dove ho tanti amici, ma non a cifre per noi impossibili: giocheremo a Pontedera, la prossima stagione“.