TERAMO – Nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Teramo sul sistema Gran Sasso, che vede nel registro degli indagati dieci persone tra vertici di Infn, Strada dei Parchi e Ruzzo Reti, il presidente dimissionario della società acquedottistica teramana Antonio Forlini, è comparso davanti ai pm per essere ascoltato. Assistito dal suo legale Gennaro Lettieri, ha rigettato l’impianto accusatorio messo nero su bianco dai sostituti procuratori Davide Rosati, Stefano Giovagnoni e Greta Aloisi, titolari del fascicolo, sottolineando come di fatto la Ruzzo Reti abbia sempre svolto tutte le attività di propria competenza.
“Abbiamo puntualizzato come la Ruzzo Reti, in questo procedimento, sia parte offesa – ha commentato dopo l’audizione di Forlini l’avvocato Lettieri -. Paga infatti un’imputazione, che è quella formalizzata dalla Procura, di non aver adeguatamente vigiliato su Autostrade e Laboratori, che sono gli unici responsabili degli episodi di questi anni“.
Lettieri precisa comunque come l’intera indagine si fondi non su fatti di inquinamento realizzati, ma sul pericolo, ribadendo come la Ruzzo Reti abbia sempre operato tutti i dovuti controlli che gli spettano per legge.
“Abbiamo dimostrato che la struttura tecnica dell’ente, di cui non risponde il dottor Forlini, ha sempre svolto opera di vigilanza. Non siamo assolutamente preoccupati“.