Ieri sera a Teramo la Veglia di Pentecoste alle 20.30, la celebrazione della solennità della discesa dello Spirito Santo , si è trasformata, di fatto, in una inaugurazione del “campanone” della Cattedrale di Santa Maria Assunta che finalmente tornerà a suonare a distesa. Un errore confondere le due cose e i due momenti. Così ci si è dimenticati che la sera di quel giorno, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro mostrò loro le mani e il fianco e disse: “Pace a voi!. Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati”. Si sarebbe dovuto riflette su questo alla vigilia della Pentecoste. Della prima Chiesa, arroccata sulla difensiva, che da Gesù viene lanciata fuori e in avanti. Mentre la nostra Chiesa è tentata, oggi come allora, di arroccarsi e chiudersi, perché in crisi di numeri, perché aumentano coloro che si dichiarano indifferenti o risentiti, mentre la terra ci appare gravida di ingiustizia, di sangue, di follia, di paura. Che c’entra la campana della cattedrale con Gesù il rivoluzionario che riempie ogni creatura del vento di Dio, che semina speranza nel filo d’erba, nel bambino che nasce, nel giovane che ama, nell’anziano che pensa. Che semina bellezza nell’umile santità del bosco e della pietra.
La terza via proposta dalla Pentecoste è nello Spirito che viene consacrando la diversità dei carismi: bellezza, genialità, unicità proprie per ogni vita. Nello Spirito che vuole discepoli geniali, non banali ripetitori. Che chiede unità attorno alla croce. Il Vangelo colloca la Pentecoste già la sera di Pasqua: “Soffiò su di loro e disse: ricevete lo Spirito Santo”. Lo Spirito di Cristo, ciò che lo fa vivere, viene a farci vivere, leggero come un respiro, umile come il battito del cuore, che fluisce, inesauribile e illimitato, a continuare la stessa opera: fare della Parola carne e sangue, in me e in te, farci tutti gravidi di Dio. Bellissimo chiamare a raccolta i fedeli per riflettere di questo. Ma che c’entra la campana ? Qualcuno mi spieghi.
Negli Atti degli Apostoli (2, 1-11) il giorno di Pentecoste è accaduto un miracolo “traduttivo”: tutti, Giudei e Gentili, credenti e non credenti, si capivano parlando ognuno la propria lingua. La molteplicità delle lingue, il vero miracolo. Noi europei oggi abbiamo bisogno di una sorta di Pentecoste laica, che ci consenta di capirci con i nuovi popoli che arrivano parlando ognuno la propria lingua, analogamente a quanto è avvenuto nel giorno natale della Chiesa. Seguendo l’unica via possibile: attraversare (dia-) la parola (lógos) dell’altro, vale a dire incrociare la ragione e le ragioni reciproche. Il dia-logo come nostra destinazione e nostro destino: un dialogo che, senza infingimenti e compromessi. La Pentecoste è l’alternativa a Babele (Genesi 11, 1-9. La Pentecoste “cinquantesimo [giorno]” non viene festeggiata solo l’effusione dello Spirito Santo, dono diGesù, non è solo la nascita della Chiesa, non segna solo nella tradizione l’inizio del raccolto, poi come secondo significato si festeggia il dono della legge. Pentecoste è inoltre l’antico nome greco della festività ebraica del ringraziamento. Che c’entrava la campana con tutto questo.
Invece è stato dimenticato lo Spirito Santo che scende nel Cenacolo come un vento impetuoso che piomba sulla casa, non distruggendola, ma riempendola, il cinquantesimo giorno dopo la Pasqua. Dimenticata la mietitura del grano che celebra la fedeltà di Dio che provvede al suo popolo. Dimenticato il messaggio della salvezza e il dono delle lingue, che Gesù aveva promesso (Mc 16,17): “Parleranno lingue nuove”. Dimenticato lo Spirito Santo che effonde su dei pagani, che lo ascoltano. Dimenticato il gruppo che Paolo battezzò nella Pentecoste. Dimenticato il messaggio di Francesco che nella Pentecoste fa comprendere a frate Leone che la vera letizia non consiste nell’avere carismi straordinari, ma nell’avere la carità che regge con slancio anche le offese e le percosse. Dimenticato l’Amore dello Spirito, che vuole l’abbraccio della croce (Mt 16,24) . Però da ieri abbiamo una campana che torna a suona… ma forse si poteva farla tornare a suonare domani.