TERAMO. Lunedì 30 maggio anche la scuola della provincia di Teramo ha fatto sentire la sua voce. Molte scuole sono rimaste chiuse, in altre c’è stata una grande adesione.  I docenti e gli ATA hanno voluto manifestare il loro dissenso contro interventi che mortificano la scuola pubblica. Una nutrita delegazione della FLC CGIL Teramo ha partecipato alla manifestazioni di Roma a Piazza SS Apostoli.

E’ stata l’occasione per  chiedere a gran voce al Governo di cambiare strada sulla scuola pubblica. Dopo la pandemia ci saremmo aspettati  un riconoscimento e un atteggiamento di considerazione e di attenzione per il  lavoro fatto dal personale scolastico, in  questi tempi di emergenza. Ci avevano promesso un confronto continuo e degli investimenti strutturali, con risorse aggiuntive.

 Invece il Governo, mentre non rinnova il contratto dei lavoratori della scuola, scaduto da quattro anni, procede a colpi di decreto legge, su temi che sono di pertinenza contrattuale, senza alcun un confronto con le organizzazioni sindacali, senza nessuna interlocuzione con chi nella Scuola lavora ogni giorno.

Si interviene per decreto su prerogative sindacali sulla formazione e sulla cosiddetta valorizzazione professionale.

Ci si inventa un sistema di formazione per pochi, finanziato con il taglio degli organici e si ripensa il sistema di reclutamento dopo un anno che era stato approvato sempre con un altro decreto.  Inoltre non si danno risposte ai precari e tutte le promesse sono state disattese.

In piazza a Roma abbiamo  ribadito che il diritto alla formazione e alla conoscenza è un diritto costituzionale fondamentale per combattere le disuguaglianze e la precarietà. Lo sciopero della scuola non riguarda solo il nostro settore. Investire in formazione e istruzione  significa guardare al futuro con un’attenzione particolare alle future generazioni. Solo una formazione di qualità consentirà ai giovani di potere affrontare le sfide del futuro, avendo gli strumenti culturali e formativi capaci di orientarli nella complessità del mondo contemporaneo e nel contesto territoriale, spesso impoverito e in difficoltà.

Oggi, i provvedimenti governativi vanno in una direzione completamente diversa. Non si interviene per decreto su materie che riguardano la contrattazione, non si penalizza la scuola tagliando organici e risorse.

Continueremo la nostra mobilitazione, anche in provincia di Teramo,  perché sappiamo di interpretare non solo le esigenze della categoria ma anche le aspettative delle studentesse e degli studenti che chiedono un sistema scolastico che valorizzando la collegialità, sia in grado di formarli culturalmente oltre che professionalmente, educandoli  secondo i valori della nostra Carta costituzionale – FLC CGIL TERAMO