La guerra in Ucraina è ancora la. Se ne parla meno. Ha annoiato i più. Ma è ancora la, continua ad imperversare la guerra per procura. Tranquillizzati dal fatto che avremo il gas per la nostra estate al fresco ne parliamo meno, non ci commoviamo più, doniamo quasi zero. Ma è ancora li il maggiore e più tragico evento bellico in Europa dalla Seconda Guerra Mondiale. La nato “abbaia” sui confini e la Russia ora avanza e ruba il cibo destinato ai poveri del mondo. Il battaglione Azov è sterminato. E ci sarà anche a Giugno con un costo umano difficile da stimare. Aumentano i morti. Aumentano le armi. Finlandia e Svezia aderiscono alla Nato E ancora non si vedono spiragli di pace. Contrariamente, le conseguenze di questo conflitto sono molto tangibili e quantificabili, come ad esempio l’impennata dei costi delle materie prime quali grano, orzo, gas e petrolio. Il Bel paese infatti è fortemente dipendente dall’importazione del gas russo, così come dall’importazione di grano e derivati ucraini. Ciò comporta un aumento dilagante dei costi dei beni di prima necessità. E aumenta il volgare tentativo di strumentalizzare le parole del Papa – in atto in questi giorni – ci dice che, purtroppo, l’insegnamento di papa Francesco sulle armi e la guerra, cuore del Vangelo di Gesù, non sta passando nelle nostre comunità. Mentre come credenti dovremmo impegnarci tutti concretamente con azioni che tendono ad affermare il disarmo. Giovanni XXIII all’indomani della crisi dei missili di Cuba, nell’enciclica Pacem in Terris scrisse: “In un tempo come il nostro, che si gloria della potenza atomica, è alieno ad ogni ragione che la guerra possa essere uno strumento adeguato per ripristinare diritti violati” (n. 67). A differenza di altri conflitti, con la minaccia nucleare, ciò che è in gioco oggi in Ucraina non è solo l’indipendenza di una nazione e la libertà di un popolo, ma la sua stessa sopravvivenza e, di fatto, anche la nostra e dell’intero pianeta. Inviare armi è stata la risposta più comoda ma anche la più pericolosa: secondo il diritto internazionale vigente non rappresenterebbe un vero e proprio “atto di belligeranza”, ma è indiscutibile che a livello politico costituisca un gesto di chiara ostilità. È perciò ancor più grave che questa decisione sia stata assunta dai Capi di Stato e di Governo dell’Unione Europea salutandola come una “decisione storica” mentre contemporaneamente diversi Governi annunciavano l’incremento della propria spesa militare. La guerra in Ucraina e l’impossibilità di difendere l’aggredito con mezzi militari – se non a rischio di scatenare una guerra mondiale – mostra il fallimento non del pacifismo, ma dell’enorme macchina militare che si continua ad alimentare anche in Italia e in Europa. È un’ulteriore prova della fragilità di un ordine mondiale che non si basa su regole certe e vincolanti e che non è in grado di farle rispettare attraverso un sistema sanzionatorio e di sicurezza internazionale, ma che si fonda tuttora sulla legge del più forte. Oggi, in Ucraina, è in atto una guerra fra due potenze nucleari, Usa/Nato e Russia, ognuna con migliaia bombe atomiche pronte al lancio.
Stiamo paurosamente ballando sull’orlo del baratro dell'”inverno nucleare”, per una guerra atomica . Per questo, papa Francesco, nell’enciclica Fratelli Tutti, afferma che, con “lo sviluppo delle armi nucleari, chimiche e biologiche, hanno dato alla guerra un potere distruttivo incontrollabile che colpisce molti civili innocenti”. Davanti a tale realtà, continua il Papa, “oggi è molto difficile sostenere i criteri razionali maturati in altri secoli per parlare di una possibile ‘guerra giusta’. Mai più la guerra!”. Così Francesco stralcia l’insegnamento ultra-millenario della Chiesa sulla “guerra giusta” con cui abbiamo benedetto così tante spaventose guerre. Questo conflitto tra Russia e Ucraina potrebbe facilmente, incidentalmente o intenzionalmente, evolvere in un conflitto atomico.
È follia la nostra. È follia criminale quella di Putin e della sua aggressione all’Ucraina, Paese indipendente. È follia il suo spietato bombardamento che ha ridotto le città in cumuli di macerie. Senza parlare dei milioni di profughi in fuga. “È un massacro insensato, una guerra ripugnante”, prosegue il Papa. È follia anche quella della Nato che in questi anni, dopo il crollo del muro di Berlino, ha continuato a espandersi fino ai confini con la Russia, creando in quell’ultima la sindrome dell’accerchiamento. Abbiamo creato di nuovo il nemico contro cui combattere: la Russia. Arriverà una nuova “cortina di ferro” e nuovi blocchi come Russia e Cina. E questo ci condurrà ad armarci ancora di più. Quando usciremo dalla follia di armarci per fare la pace? Le guerre non solo lasciano dietro di sé scie di morte e distruzione ma comportano anche danni irreversibili all’ecosistema. Siamo così in guerra anche con l’ambiente che non sopporta più la nostra folle condotta umana, sia per lo stile di vita del 10% più ricco del mondo sia per la pazzia delle armi e delle guerre. Solo il disarmo collettivo ci potrà salvare dal baratro.