TERAMO – Due giorni intensi per ribadire il significato della Resistenza.
Una Resistenza che non si accontentava di cacciare i nazisti e di abbattere la dittatura fascista, ma che puntava alla rivoluzione sociale.
Domenica 24 aprile, nei vari interventi abbiamo parlato di ciò che ci opprime ancora oggi, come la guerra imperialista che divide i popoli, e che genera morte e distruzione.
Abbiamo parlato del vero significato della pace, che di certo non si fa esportando armi, e dell’impossibile equiparazione storica della Resistenza Ucraina con quella Italiana, che con questi parallelismi audaci tende ad essere svuotata di significato ogni volta di più.
Insieme agli studenti abbiamo parlato anche di sfruttamento lavorativo e di alternanza scuola-lavoro, ricordando Lorenzo che ci ha lasciato quest’anno in un tragico incidente e ribadendo che lo Stato è responsabile della sua morte.
Abbiamo affrontato il tema della Repressione delle piazze e dell’industria di armi insieme a Carmelo Neri e Luigi Balsamini delle edizioni Malamente.
Ieri, il 25 aprile, dopo una commemorazione ai Partigiani presso il cimitero di Cartecchio e dopo un saluto a Marta e Culone, abbiamo animato le vie del centro con un rumoroso e fragoroso corteo, un corteo rosso, forte e soprattutto autoderminato e schierato.
Un corteo che ha preso nettamente le distanze dal teatrino istituzionale che ogni anno si consuma il 25 aprile.
Quest’anno, ancora più nettamente di altri anni, abbiamo fatto il nostro corteo, con il nostro percorso, che ci ha portati a deporre la corona presso la lapide ai partigiani, a sostare e ricordare a modo nostro Ercole Vincenzo Orsini,  concludendo a Piazza del Carmine, dove abbiamo ricordato, presso la nostra targa, il forte gesto delle donne del popolo.
Dopo un fantastico pranzo popolare in piazza, un momento di condivisione e socialità raro in questa società che tende a dividerci e isolarci tutti, abbiamo accolto, insieme al collettivo Malelingue, Annacarla Valeriano che ci ha parlato della realtà manicomiale in Italia ed in particolare a Teramo, e delle battaglie di una figura importante come Franca Ongaro Basaglia.
Il pomeriggio e la serata sono stati allietati da una stupenda performance pensata leggendo Malacarne, da laboratori di piccolo circo e di pittura per i più piccoli, dalla musica dei Dopamina e da tanta voglia di divertirsi e stare insieme, in un modo diverso, diverso perché costruito insieme da noi, dal basso e autodeterminato.
Riprendiamoci il nostro spazio. Determiniamo il nostro tempo.
Il 25 aprile non è una ricorrenza ma è tutti i giorni!