Ecco che la storia si compie. Mentre Gesù assapora l’ultima cena, prima di diventare l’agnello sacrificale, è lì con lui, al punto da poter sentire il battito del cuore di Gesù. Mentre Gesù lava i piedi, e insegna un ultimo gesto di carità, lui è lì con lui. Mentre Gesù prega e implora “Abbà, allontana da me questo calice!” Giuda è l’unico lì con lui nell’orto degli Ulivi, nella notte fosca.
“Con un bacio tradisci il Figlio dell’uomo”? La figura di Giuda, detto “Iscariota”, è l’icona del tradimento. Già il semplice nome di Giuda suscita un’istintiva reazione di condanna E’ “uno dei dodici”. Ma è anche il tesoriere del gruppo. E’ una figura chiave del Vangelo. Fin dal suo primo comparire è chiamato Iscariota: “uomo di Keriot” con riferimento al suo villaggio, oppure il soprannome è la semplice trascrizione in aramaico significante: “colui che consegna”. “Giuda Iscariota, fu colui che lo tradì”, così dice Marco (3,19). Per il denaro? Per un’illusione delusa di un messia politico? O perché era questo il compito scelto per lui “perché tutto si compisse” ? Questo nessuno può dirlo. Ma delle domande si pongono: siamo certi della sua colpevolezza? Giuda è l’uomo che denuncia Gesù al Sinedrio per farlo arrestare. E’ dunque un traditore ? Ma se il Cristo non fosse stato arrestato, come sarebbe arrivato al martirio e alla croce “ perché si adempisse la Scrittura” ? Se il tradimento era scritto fin dall’inizio nel disegno di Dio, che comprendeva la morte salvifica del Figlio, quale responsabilità poteva ricadere su chi ne doveva essere solo lo strumento di attuazione? La questione è delicata: da un lato, c’è Dio che opera a suo modo nella storia e nel mondo. D’altro lato, c’è la libertà degli uomini. Se la libertà di Dio, si espresse collocando l’evento del tradimento in un disegno superiore, la volontà di Giuda fu esercitata liberamente? Per la Chiesa Giuda sceglie coscientemente e responsabilmente il tradimento. E Dio inserisce questo atto umano infame nel suo progetto di redenzione. Ma se il tradimento era un atto previsto fin dal principio, annunciato dai profeti, allora Giuda non ha nessun libero arbitrio, non può evitare di tradire Gesù. Qual è la verità? Possiamo solo dire che dal dramma di un tradimento, e dall’ingiustizia di due tribunali – il sinedrio e il pretorio – dalla violenza della frusta, dalla brutalità della croce, originò la redenzione. Il tremendo supplizio che fu trasformato da Cristo in salvezza. Certo la nostra idea su Giuda cambierebbe se dovessimo immaginare che fu Dio in persona, e non Giuda Iscariota, a “consegnare” il figlio. Giuda fu complice, disperato ma complice del progetto? O fu vittima del progetto di Dio? Cambierebbe la storia della resurrezione se, alla fine dovessimo scoprire che Giuda, fu l’apostolo più fedele, che si impicca per il rimorso, ma non ha colpe.
Dio usò Giuda come strumento per la redenzione del mondo. Come ogni giorno usa l’uomo per i suoi progetti. E’ vero: è molto difficile cogliere, il disegno di Dio. E’ difficile capire come ci utilizza. Dio con le nostre mani dona misericordia, offre speranza, con le nostre mani regala il pane a poveri sconosciuti, rialza chi è caduto, offre protezione ai deboli senza nome, crea, si prende cura degli anziani, sostiene chi è nella paura, libera chi è nel peccato, salva chi è malato, benedice i peccatori, ma anche corregge, condanna e punisce. Però noi, solo quando ci troviamo in una situazione nella quale non si vedono sbocchi, alternative possibili, o quando si è ormai perduta ogni speranza, quando siamo soli, nella notte, in difficoltà, sappiamo accettare e invocare l’intervento divino comprendendo che siamo nelle mani di Dio. Però siamo uomini e la stessa comprensione non la usiamo quando ci troviamo in situazioni positive, gioiose, di felicità, di benessere. Eppure si è sempre nelle mani di Dio, e queste non intervengono solo in extremis per salvare l’uomo da situazioni disperate, ma lo accompagnano e sostengono in tutta la sua esistenza. Confidare e credere in questo non è un atto finale di impotenza, ma è l’atto iniziale di una vita cristiana.