TERAMO – “Vi aspetto a Roma, al Ministero, perché si possa avviare non un incontro, ma un percorso insieme, stabilendo delle scadenze, e affrontando uno alla volta i vari problemi, dalle strutture edilizie all’organico. Per quanto riguarda il problema dell’arretrato e del disposition time triplicato rispetto alle altre sedi abruzzesi, questo è davvero un problema rilevante. A Teramo i processi nascono già vecchi. C’è bisogno di una terapia speciale e specifica. L’impegno, anche sui carichi di lavoro, è a cercare soluzioni”. Lo ha detto il sottosegretario alla Giustizia, Francesco Paolo Sisto, intervenendo in videoconferenza all’incontro, promosso dall’Ordine degli Avvocati della provincia di Teramo, sull’emergenza che sta vivendo il tribunale del capoluogo per quanto riguarda, in particolar modo, la carenza di organico. L’incontro si è tenuto questo pomeriggio, nella sala polifunzionale della Provincia, alla presenza di numerosi sindaci del territorio, avvocati, rappresentanti istituzionali.
Ha accolto l’annuncio positivamente il presidente dell’Ordine degli Avvocati, Antonio Lessiani: “La promessa da parte del sottosegretario Sisto dell’istituzione di un tavolo di lavoro presso il ministero è un traguardo importante. Ora la priorità è l’implementazione della pianta organica. Dobbiamo puntare a farci riconoscere come sede disagiata, per Teramo serve un intervento legislativo ad hoc”, ha detto nel suo intervento.
Il sindaco, Gianguido D’Alberto, ha sottolineato la gravità del problema: “Non è più il tempo delle richieste ma delle pretese. Serve un pacchetto di misure specifiche e credibili finalizzate, anche in base agli obiettivi del Pnrr, a smaltire l’arretrato evitando che se ne crei altro. Servono risposte straordinarie e strutturali sia in termini di personale che di edilizia giudiziaria”. Il primo cittadino, peraltro, ha anche lanciato l’idea di una nuova sede per il palazzo di giustizia anticipando che “abbiamo già ipotesi su cui sviluppare una discussione rapida e compatibile con i tempi dei finanziamenti da intercettare”.
Dal presidente della Provincia, Diego Di Bonaventura, l’appello ad andare avanti: “Stiamo solo chiedendo di avere gli strumenti per gestire l’ordinario. Nulla di più. Nessuna richiesta eccezionale. Se necessario, con questo esercito messo insieme dall’avvocatura teramana, andremo a Roma a protestare”. Così l’assessore regionale al Lavoro, Pietro Quaresimale, per il quale “il problema del tribunale di Teramo va risolto in maniera definitiva, bisogna fare squadra anche con l’obiettivo di intercettare i fondi del Pnrr. Serve un provvedimento urgente per alleviare il disagio dei cittadini, i primi a subire le conseguenze della carenza di organico”. Il consigliere regionale, Dino Pepe, ha auspicato che gli sforzi di tutti proseguano: “Teramo non deve perdere anche il tribunale, la battaglia va combattuta con unità”.
Il ruolo dell’università di Teramo e della sua storica facoltà di Giurisprudenza è stato evocato dal rettore dell’Università di Teramo, Dino Mastrocola: “Dobbiamo essere vigili, l’università di Teramo c’è e vuole esserci anche di più anche in questo settore, la nostra intenzione è rafforzare ancora di più il ruolo della nostra facoltà e il suo legame con il territorio”.
Solidarietà da parte del procuratore capo, Ettore Picardi, per il quale “si tratta di una battaglia comune a tutti”, mentre il presidente del tribunale, Carlo Calvaresi, ha sottolineato che “l’obiettivo è aumentare l’organico a livello distrettuale”.
Tra gli altri, sono poi intervenuti anche il senatore Luciano D’Alfonso, presidente della Commissione Finanze (“Dobbiamo fare richiesta unitaria, senza distinzione, per rappresentarla come la priorità della regione”); il senatore Antonio Barboni, originario di Teramo, il primo a presentare in Parlamento un’interrogazione sul tema; l’onorevole Antonio Zennaro (“la situazione attuale è frutto di scelte sbagliate, pensiamo al futuro facendo squadra come territorio”); la deputata Valentina Corneli (“Dobbiamo difendere il tribunale e la nostra università, l’intera tradizione giuridica va salvaguardata”).