Ecce Homo”.  Ecco colui che toglie i peccati del mondo. Eccolo che si avvia verso le mura di Gerusalemme. Eccolo che si avvia verso il suo destino , con la sua asina mite, mentre un falegname sta preparando per lui la croce del venerdì santo, che è la sintesi di ogni male, di ogni peccato. Eccola la vittima sacrificale attraverso la quale tutto viene redento, e non semplicemente cancellato. Eccolo l’uomo che è nato per morire e che tutto fa rinascere a una vita nuova, quella della resurrezione, che darà il senso a tutto. “Ecce Homo”. Ecco l’Uomo che Domenica sarà esaltato dal popolo delle palme e poi flagellato dopo pochi giorni dallo stesso popolo che lo vorrà crocifisso. Eccolo Gesù, l’uomo innocente che i Giudei prima acclamato come salvatore e poi giustiziato sul Calvario.

Ecce Homo”. Ecco l’Uomo dice Papa Francesco. “Ecce Homo” esclama a bassa voce Francesco mentre invoca la pace. Mentre invoca il perdono. Mentre chiede a Dio di non lasciarci soli. La nostra generazione è stata la prima, purtroppo, ad avere il potere di distruggere la natura di questo pianeta, compromettendone il futuro e non contenta scatenando una guerra. “Ecce Homo”: avremmo potuto sfruttare le risorse della terra per migliorare il modo di vivere, ma, invece, le abbiamo distrutte. “Ecce Homo”: abbiamo modificato il clima, smembrato il suolo, devastato le foreste, deturpato la natura, inquinato i fiumi, avvelenato i mari,  contaminato la terra, appestato l’aria, infettato l’uomo. Abbiamo inventato le guerre per pagare i debiti politici. Abbiamo distrutto nazioni senza battere ciglio. Abbiamo sfruttato interi continenti, abusato delle donne, schiavizzato i bambini, senza sosta, senza tregua, senza limiti, senza ragione. È uno scenario che conosciamo bene, purtroppo. Ce ne siamo fregati di tutto e di tutti. Ora ci lamentiamo e strisciamo alla ricerca della salvezza, senza nemmeno l’umiltà di chiedere il perdono. Abbiamo ignorato ogni grido di allarme prima di oggi. Serviva un virus maledetto per farci ascoltare. Ora preghiamo. Ora ci lamentiamo. Abbiamo rubato  in ogni dove, dalla politica alla amministrazione; abbiamo utilizzato il prossimo bisognoso; abbiamo scelto di prostituirci per avere il favore dei potenti di turno che tradivano il loro mandato in ogni gesto; abbiamo servito  in ginocchio vescovi pagani, ladri, affamati di soldi, che tradiscono la croce, sciamani devoti solo al loro super io, invece che chinare il capo davanti al vero Cristo. Il Cristo povero, che nasce povero in una grotta, muore povero in croce, luce dei sofferenti, bisognosi, malati.

Abbiamo mentito sapendo di mentire. Mentito sul lavoro, a scuola, in famiglia. Abbiamo giurato, spergiurato il falso, per il nostro momentaneo tornaconto. Una, due, cento volte. Siamo stati vermi con i forti e inflessibili con chi meritava misericordia . E non siamo pentiti. Si abbiamo paura, si piangiamo, ma non siamo pentiti. Non abbiamo capito nulla. Che prima o poi sarebbe arrivata una pandemia qualcuno lo diceva da anni. Ce ne siamo fregati. Così oggi abbiamo ottimi bombardieri, sommergibili, carri armati per massacrare i popoli. “Mors tua vita mea” è stato il nostro motto. E non siamo pentiti. Lo rifaremmo. Lo rifaremo appena si potrà.  Ci siamo girati dall’altra parte per non sentire chi ci chiedeva aiuto. Lo rifaremo . Abbiamo taciuto davanti all’ingiustizia. Lo rifaremo . Abbiamo chiuso gli occhi davanti alle mille croci che si alzavano, ovunque, ogni giorno, in silenzio. Anche nel nostro mostruoso silenzio. Nella folle rincorsa al denaro diabolico. Lo rifaremo. Siamo stati complici del disastro. E siamo colpevoli. Senza appello. Colpevoli. “Ecce homo” . Eccolo l’Uomo. Solo, in ginocchio, davanti a Dio. Eccolo l’Uomo che ha venerato il demonio, in opere, pensieri e azioni. Questo è il tempo per scegliere che cosa conta davvero. È il tempo di reimpostare la rotta della vita. Questo è il tempo per capire gli errori commessi. Mentre i Cirenei. sul calvario, negli ospedali, con le loro azioni, le loro mani, il loro amore infinito, ogni giorno, ogni momento,  prendono in spalla la stessa croce di Cristo, per dirci  “Coraggio, non abbiate paura”.