Arturo Brachetti, da gennaio 2022 è in tour con lo “Solo” . Non è scaramantico e in teatro usa il viola e ha una casa magica, con muri che scompaiono, porte che si aprono al contrario, oggetti che non sono quelli che sembrano e passaggi segreti. Questi sono solo due delle tante curiosità che lo riguardano e he comunque arricchiscono l’immagine che ognuno di noi ha dell’artista col ciuffo, il suo elemento distintivo, inconfondibile che, leggo, è un’eredità del suo Puck interpretato nel Sogno Una persona disponibile, cortese, simpatico e soprattutto vitale. Ma, direte voi, non sarebbe potuto essere altrimenti..Il fatto che Arturo Brachetti calchi i palcoscenici di tutto il mondo divertendo sempre un numerosissimo pubblico, non è direttamente proporzionale al fatto che privatamente, nella vita, fuori scena insomma, sia ugualmente gradevole. Lui invece lo è.
Ricordo che Arturo Brachetti è considerato in tutto il mondo il world Master of quick change, il grande Maestro del trasformismo internazionale. In molti paesi è considerato un mito vivente nel mondo del teatro e della visual performing art. Inoltre è un regista e direttore artistico attento e appassionato, capace di spaziare dal teatro comico al musical, dalla magia al varietà. Brachetti è oggi il più grande attore-trasformista del mondo, con una “galleria” di oltre 400 personaggi, di cui è capace di interpretarne 100 in una sola serata. il suo repertorio è in continua evoluzione.
E in attesa di festeggiare ad aprile i suoi primi 40 anni dal suo debutto parigino e ancora ripete , “E’ la realtà immaginata quella che ci rende più felici”. “Il mio motto più importante. Questa frase vuole rappresentare l’illusione che ognuno di noi, nella vita comune, si inventa per stare meglio. E questa è l’illusione che ci circonda, e vederla rappresentata in scena per un’ora e mezza, seppure falsa, seppure inventata, seppure teatrale, ci da’ la consolazione che ci può essere una realtà parallela molto più bella“
Lo spettacolo che fa, pur essendo un ‘One Man Show’, 60 personaggi, le ombre cinesi, i disegni sulla sabbia, tutta questa mitragliata di sorprese (ce n’è una ogni 20 secondi) alla fine si risolve in un messaggio molto semplice che è un ritorno all’infanzia. La gente gli dice dopo lo spettacolo ‘grazie per avermi ridato due ore della mia infanzia‘ ed è questa la cosa più forte, la sensazione che si possa tornare indietro nel tempo o per lo meno che lo si possa fermare. Nei suoi spettacoli, specialmente in quest’ultimo, usa tantissima tecnologia proprio perché ormai la contaminazione tecnologica c’è dappertutto, il ritmo dello spettacolo è un ritmo da Netflix. Viaggia con due tir da 18 metri e tantissimi tecnici, nonostante sia un ‘one man show’, proprio perché la tecnologia è molto alta, il livello è molto alto. C’è bisogno ovviamente di sentire in palcoscenico che siamo nel 2022 e quindi io sta sempre attento a qualsiasi forma di novità che c’è in giro e la porta in scena
Solo è vero che un po’ è un best of nel senso che si trasforma velocemente, fa 60 personaggi e purtroppo a questo la gente si è abituata, quindi il livello è sempre questo. Ci sono ovviamente dei pezzi classici come, le ombre cinesi, il pezzo del cappello con cui divento 25 personaggi, però il resto dello spettacolo è completamente nuovo. Fa continuamente delle ricerche, ogni anno, d’estate specialmente, va in giro a vedere spettacoli, si confronta con amici che fanno effetti speciali a Broadway,a Las Vegas, eccetera, per portare delle cose tecnologiche di alto livello di sorpresa. Però le media sempre attraverso la poesia quindi ogni cosa che fa ha un significato e questa è forse la sua forza