TERAMO – Questa mattina, in occasione del “Giorno del Ricordo”, presso i “Giardini Giuseppe Micheletti” si è tenuta una breve cerimonia commemorativa organizzata dal Comune. Il sindaco Gianguido D’Alberto, alla presenza delle massime autorità del territorio, ha deposto una corona d’alloro in memoria delle vittime delle Foibe e reso omaggio agli esuli dei territori dove si verificarono i drammatici eventi post-bellici.
Questo il testo del discorso del sindaco:
“I massacri delle Foibe rappresentano una delle pagine più buie della nostra storia, per molto, troppo, tempo dimenticata. Una barbarie figlia della guerra e che ci ricorda, ancora oggi, come la violenza, gli estremismi, i nazionalismi, i totalitarismi, vadano combattuti attraverso una costante riflessione sui nostri comportamenti e atteggiamenti. La verità, diceva Gramsci, è sempre rivoluzionaria; la verità sulle foibe e sul bestiale odio che si è espresso in quei terribili anni e in quella difficilissima terra, non può essere piegata a visioni (o finalità) di parte, proprio per rispetto di quelle vite e di quegli avvenimenti. Una democrazia compiuta non ha paura di confrontarsi col proprio passato, anche con quello più scomodo e non ha incertezze nell’assegnare alla storia e ai suoi accadimenti la giusta dimensione. Perché l’Italia libera e civile, patriottica non nazionalista, è un paese maturo, che deve leggere dentro la propria storia le ragioni e le dimensioni dei fatti. Il ricordo di quei tragici giorni deve indurci a lavorare costantemente su noi stessi e in particolare sulle nuove generazioni, educandole al rispetto dell’altro, al confronto, al riconoscimento e alla valorizzazione delle differenze come elemento di crescita. In questo assume un valore primario il ruolo dell’Unione Europea, che è casa comune nella quale popoli e nazioni possono ritrovarsi coniugando le diversità con il riconoscimento di valori comuni. Valori espressi innanzitutto nella Costituzione, nella tutela di tutte le minoranze, nella contrarietà ad ogni totalitarismo, nel ripudio di ogni guerra, che dobbiamo riaffermare con forza nel nostro agire quotidiano. La tragedia delle foibe deve aiutarci a fuggire dalla tentazione di pensare non secondo categorie politiche, ma in base a più profonde categorie umane. Non lasciamo che questa giornata resti un mero esercizio consolatorio, ma facciamo in modo che ci ricordi, ogni giorno, il valore di essere comunità. Una comunità che sappia trasformare le differenze in elementi di forza e che faccia tesoro del passato per guardare avanti con consapevolezza, per l’uguaglianza e la libertà, con al centro il valore assoluto della dignità umana”.
Dopo il discorso del primo cittadino il consigliere comunale Pasquale Tiberii ha letto la preghiera all’esule mentre il consigliere Franco Fracassa ha ricordato la figura del dottor Micheletti. A chiudere la commemorazione, con una lettura storica della vicenda, l’intervento del presidente del consiglio comunale Alberto Melarangelo, che ha portato il saluto dell’intero consiglio.