Anche Zeudi Di Palma, la nuova miss Italia, che viene da Napoli/Scampia alla stampa dice “Saviano mente, la realtà di Scampia è un’altra, il libro “Gomorra” distorce la realtà”   Don Aniello, Luigi Leonardi, Ciro Corona ed anche io  lo diciamo da anni, ma se lo dice una miss Italia è un’altra cosa.  E’ così, bisogna stacce. Anche Lei dice che Saviano sta all’antimafia  come  le parole del Papa stanno alle minacce alla stampa di  Peppe er bullo – il giuliese che da sposato se magnato tutto cò le puttane rumene e ascolane , e cò la cocaina e le calze a rete,  non pagando i conti al vecchio gattopardo , e ora in pubblico fa l’amico del sindaco e in privato usa parole irripetibili contro Costantini e Giorgini con il suo tipico stile mafioso, come la serpe che insinua, alzando i venticelli putridi come il suo alito .

Eppure tutto il pubblico del teatro Ariston si alza in piedi e tributa un lungo applauso. Certamente al ricordo di Falcone e Borsellino.  Ma anche a lui che ricorda così il trentennale dalle stragi di Capaci e via D’Amelio, di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino con le loro scorte. Già scritto, già detto, lo ripeto: Saviano non mi piace. Ma tiro giù il cappello a Roberto Saviano che si “esibisce” in un monologo lungo, articolato, contro la mafia, in prima serata davanti a 10 milioni di persone.

Sono passati ormai 30 anni dalle stragi del 1992. Saviano ricorda quanto il coraggio di chi non fece mai un passo indietro, e non trattò, faccia parte della nostra storia. Bene. Anzi benissimo, perché ricordare non è un atto passivo. Ricordare significa richiamare alla propria memoria. Significa avere presente nella memoria. Ricordare viene da re – cor, rimettere nel cuore, perché quella è la sede della memoria. E ricordando Falcone e Borsellino li facciamo battere nuovamente in noi, nel profondo.

Falcone e Borsellino per tutti sono simbolo di coraggio. Che è sempre una scelta. Il non-scegliere non significa rimanere neutrali, significa essere complici. La storia di Falcone e Borsellino è la storia di chi sceglie pur sapendo di rischiare. Ogni volta che le organizzazioni criminali uccidono, compiono un delitto, contano sul fatto che dopo qualche giorno già non se ne parli più. Contano sul nostro silenzio. Ogni volta che non scegliamo è perché temiamo di essere attaccati, isolati, abbiamo paura, ma ciò significa rinuncia alla nostra dignità. È questo che si fa ogni volta la società civile, non si occupa degli affari criminali. Questo silenzio favorisce le mafie.

Certo, lo so, è vero, sento già chi mi dice che sono passati 30 anni e assistiamo ad una mafia che gode di sana e robusta costituzione.  Certo, lo so, è vero, sento già chi mi dice che Saviano non ha detto dei processi prescritti, degli assolti, dei già liberi che fan parte del maxi processo. Non ha detto che per girare Gomorra hanno pagato la camorra. Non lo ha detto. Certo, lo so, è vero, sento già chi mi dice che è stato chiamato a pontificare a Sanremo proprio per questo, per non dire tutta la verità. Perché per la verità ci vuole coraggio. Lo stesso coraggio che ci vuole per restare e combattere in questa “bella e disgraziata terra”, come la definiva Borsellino, non certo per scappare nella grande mela.

Eppure questo intervento ha consentito di ricordare davanti ad un grande pubblico, al giorno d’oggi distratto o inconsapevole (molti non erano ancora nati) ciò che hanno rappresentato le stragi. E ciò che ancora rappresentano essendo la conseguenza di prolungate disattenzioni e complicità tra mafia, pezzi di società ed istituzioni. Ci ha ricordato che le vittime di mafia sono testimonianza perenne di un sacrificio per la nostra libertà. E che fare memoria a partire da Falcone e Borsellino serve anche a recuperare il ricordo di tutte le altre vittime, che ci impegneremo a celebrare singolarmente e con la giusta attenzione. Nell’interesse dei giovani e di chi non sa, cerchiamo di essere uniti nel ricordo di questo trentennale delle stragi perché nessuno sia più lasciato da solo da chi per paura o per convenienza ha deciso di stare dall’altra parte. E per questo signor Saviano nonostante tutto le dico grazie.