NERETO –  Sarà discussa il 31 gennaio presso il TRIBUNALE ORDINARIO DI L’AQUILA – Sezione specializzata in materia d’impresa – l’udienza sul procedimento cautelare (istanza di sospensione richiesta dal Comune di Nereto sull’illegittima composizione dell’organo amministrativo della Poliservice Spa).

Sull’argomento è tornato ad intervenire il sindaco di Nereto Daniele Laurenzi con una nota diffusa attraverso i social in cui il primo cittadino neretese ha messo in luce una ulteriore questione legata all’ampliamento del cimitero del centro vibratiano.

“Chi resiste in giudizio ha impostato la difesa chiedendo al giudice una valutazione comparativa degli interessi in gioco privilegiando una soluzione definitiva della controversia, consegnata alla sentenza destinata a suggellare la disciplina giudiziale del rapporto processuale”, scrive Laurenzi.

“Se ciò venisse accolto, ovvero senza cautelare, la sentenza definitiva della controversia potrebbe arrivare tra un paio di anni, probabilmente con il consiglio di amministrazione già scaduto!

Gli argomenti addotti, da chi resiste, dunque, si rivelano un ardito esercizio di free climbing sugli specchi che tendono a rinviare la controversia soltanto per tirare a campare.

Non è affatto irrilevante che la rappresentanza della lista di minoranza sia di uno o di due componenti del C.d.A. infatti vi sono argomenti sui quali il nuovo C.d.A. ha (colpevolmente) omesso di provvedere, guarda caso proprio perché si trattava di argomenti che riguardavano il deducente Comune di Nereto.
Si allude alla (mancata) deliberazione circa i lavori di ampliamento del cimitero comunale di Nereto, di cui al verbale del 25 novembre 2021, tema sul quale il C.d.A. è tornato a riunirsi, con la presenza di quattro componenti, per registrare nuovamente l’impossibilità di adottare alcuna deliberazione (suscitando le censure del Collegio sindacale).
E ciò non già perché tre consiglieri sui quattro presenti hanno deliberato di differire l’argomento, bensì perché due consiglieri non hanno dato il loro contributo al voto favorevole espresso non soltanto dall’amministratore eletto nella lista del Comune di Nereto, ma anche dal Presidente (eletto nella lista maggioritaria): a riprova del fatto che la presenza di una rappresentanza adeguata e conforme alle risultanze del voto secondo statuto consentirebbe l’adozione di deliberazioni che (benché finanche dovute) sono impedite da atteggiamenti ostruzionistici di una parte della rappresentanza maggioritaria, che diventa decisiva.

L’aspetto più singolare è che l’affidamento del servizio ed il relativo contratto per la gestione pluriennale dei servizi cimiteriali ed illuminazione elettrica votiva, (rep. 1087, per il periodo 20/01/2020 al 31/12/2029) risale al 2019 e all’interno dell’affidamento del servizio di gestione il Comune ha incaricato la Poliservice anche alla realizzazione dei lavori di ampliamento dello stesso e specificatamente alla realizzazione di n. 170 loculi.

Giova ricordare che il precedente consiglio di amministrazione di Poliservice (con lo stesso Presidente attuale) ha affidato e pagato l’incarico di progettazione, il progetto è stato rimesso e approvato con atti sia della Poliservice che del Comune di Nereto.

Vista l’inerzia del nuovo C.d.A. nel procedere agli atti successivi e soprattutto all’appalto dei lavori, in data 30/11/2021 ho formalmente diffidato la Poliservice Spa. Ho chiesto di comunicare allo scrivente, con l’urgenza del caso, anche nella qualità di autorità sanitaria locale, eventuali difficoltà e/o criticità subentrate con il “subentrante” nuovo consiglio di amministrazione.

La diffida era da considerarsi con il carattere d’urgenza finanche per eventuali successive determinazioni da parte dell’ente comunale rappresentato e con ogni più ampia riserva di meglio dedurre, eccepire, produrre documenti al fine della tutela di qualsivoglia diritto e anche di evitare eventuali responsabilità amministrative, civili, erariali e di altra natura di chicchessia, per le quali il Sindaco di Nereto e il Comune di Nereto si ritengono esonerati.

Sul punto dalla Poliservice non è pervenuta alcuna risposta.

Pertanto chi “resiste” è perfettamente cosciente che il vulnus inferto alla legittima composizione dell’organo amministrativo non è frutto di un innocente errore nell’applicazione delle regole legali e statutarie, ma è stato deliberatamente perseguito (evidentemente attribuendo importanza al risultato voluto) dalla maggioranza assembleare, mediante veri e propri artifici.
Tale è la deliberazione (anch’essa davvero indifendibile) con la quale è stato consentito esclusivamente l’impiego delle liste presentate in vista della precedente assemblea.

La verità è che, utilizzando le nuove liste, non sarebbe stato possibile il “gioco di prestigio” messo in scena sotto il pretesto di dare attuazione alle norme sull’equilibrio di genere.

Lunedì 31 gennaio prenderò atto serenamente della decisione del giudice sulla cautelare, con la consapevolezza che, nel caso di rigetto, la vicenda potrebbe aggravarsi ancora di più, con responsabilità giuscontabili che emergeranno, di sicuro, nel giudizio di merito eventualmente successivo.

Mi preme tuttavia porgere una domanda a chi resiste: nel caso venisse accertato a posteriori che l’attuale C.d.A. risultasse composto da consiglieri illegittimi, dunque al netto delle responsabilità relative alle deliberazioni adottate e di quelle non adottate, che profili assumerebbero i compensi da loro percepiti fino al giudizio di merito? Che repetita iuvant potrebbe arrivare tra un paio di anni magari con il consiglio di amministrazione già scaduto?

Nel caso anche noi resisteremo…”