TERAMO – Il 21 dicembre in Piazza SS. Apostoli  a Roma si è tenuto un presidio per il ritiro dei collegati alla Legge di Bilancio del DdL sull’Autonomia differenziata. “Infatti, ancora una volta, per il terzo anno consecutivo, il governo ha inserito come collegato alla legge di Bilancio un DDL per l’attuazione dell’Autonomia differenziata. Contrariamente a quanto successo negli anni precedenti, questa decisione è stata presa senza che sia noto il testo del disegno di legge. In questo modo si impedisce ai cittadini e cittadine, alle forze sociali e politiche di conoscere nei dettagli un progetto che provocherebbe la frantumazione dell’unità della Repubblica con conseguenze irreversibili sulla vita di tutti e tutte“, denuncia la Flc CGIL Teramo che ha partecipato al presidio “per  lanciare un campanello di allarme sul concreto pericolo di negazione dei diritti universalmente garantiti sul territorio nazionale, legato all’attuazione dell’Autonomia differenziata“.
La pandemia ha portato alla luce in modo eclatante tutti i limiti della ‘riforma’ del 2001 che, modificando il Titolo V della Costituzione, ha provocato disfunzioni sociali e territoriali  che l’Autonomia Differenziata approfondiranno ulteriormente. Situazione particolarmente penalizzante per i territori del Centro Sud che già hanno notevoli difficoltà a garantire un’adeguata offerta formativa. Procedere su questa strada  significa aumentare ogni giorno di più le diseguaglianze tra aree del Paese, tra cittadini e cittadine e, soprattutto, tra Nord e Sud – spiega il sindacato – con il rischio di negare i diritti fondamentali, sanciti dalla Costituzione, a tanti cittadini. Oggi, in una situazione di povertà e di crisi che la pandemia ha aggravato con le tensioni sociali, con la precarietà dell’occupazione e con le gravi difficoltà in cui versano interi settori sociali, l’Autonomia differenziata potrebbe aprire scenari che minacciano concretamente l’unità e l’indivisibilità della Repubblica“.
La volontà di perseguire ipotesi di riconoscimento di maggiori forme di autonomia ad alcune regioni, in assenza di una cornice normativa e finanziaria unitaria a garanzia dei diritti civili e sociali fondamentali della popolazione, rappresenta per Flc CGIL “un tentativo contro il quale bisogna battersi. Una preoccupazione accentuata dalle evidenti differenziazioni già esistenti che si sono rese palesi nella capacità di affrontare la pandemia. Per un territorio come quello teramano,  soggetto a spopolamento e a riduzione dell’offerta formativa territoriale, queste misure comporterebbero contraccolpi pesanti sulla possibilità, per le nostre studentesse e i nostri studenti, di frequentare una scuola pubblica di qualità capace di  promuovere la crescita di cittadini consapevoli  in grado di orientarsi nella complessità del mondo“.
Si chiede quindi al Parlamento di adottare un provvedimento perché il disegno di legge sull’Autonomia differenziata non sia  collegato alla legge di Bilancio, in modo che sia possibile discutere  per riconsiderare questa materia in modo adeguato“, conclude il sindacato.