Avevamo auspicato che Gabriele Gravina, da Presidente della FIGC, non dimenticasse i problemi della Lega Pro, della quale è stato protagonista e massimo rappresentante, fino a pochissimo tempo fa.

Non l’ha fatto.

Stamane, intervistato a Radio anch’io sport da Filippo Corsini, ha iniziato ad esporre, in primis, i tanti problemi del calcio di Serie C, prima di altro, dal massimo campionato, alla Nazionale.

Primo punto affrontato è la normalizzazione delle iscrizioni in serie C, per la qual cosa si sta progettando una vera e propria Licenza di Abilitazione.

Andrà rilasciata entro il mese di Dicembre per la stagione successiva, creando il giusto presupposto per la disputa di campionati regolari e non falsificati dalle penalizzazioni in corso.

Basta ricordare che, l’attuale, ne accusa già 31 complessivamente (nel girone A Lucchese -11, Cuneo -3, Pro Piacenza ed Arzachena -1;  nel girone B  Triestina -1 e nel girone C Matera -8, Monopoli -2, Trapani, Rende, Monopoli e Siracusa -1): si tratta di un vero stravolgimento delle situazioni di forza reali, che non possono non compromettere l’andamento di uno o più campionati.

Il secondo punto riguarderà il ritorno al semiprofessionismo per i 60 clubs di serie C.

Gabriele Gravina è il primo a rendersi conto del fatto che non c’è proporzione tra le entrate e le uscite delle nobili 40 di A e B e le altre: sarà allora necessario ridurre i costi della terza serie nazionale: la sola incentivazione del calcio data dall’utilizzo degli Under, fonte comunque essenziale, ma per il solo tirare avanti, non basta.

Il semiprofessionismo (un ritorno al passato) farebbe sì che su un monte-ingaggi netto complessivo di un milione di euro (che oggi sono due), con i costi fiscali ridotti del 50%, creerebbe un risparmio per le società di 500.000 euro… una somma importantissima per chiunque, senza considerare che ci sono monte-ingaggi decisamente superiori in talune piazze.

Ecco allora che i piccoli club, ed il Teramo è tra questi, potrebbero tirare un grosso sospiro di sollievo, nella speranza che i sindacalisti del mondo del pallone non intralcino le volontà del Presidente.