MOSCIANO SANT’ANGELO – Una poltrona per due. No non è un film, è la rappresentazione di quello che è avvenuto a Mosciano. Dopo 7 anni il sindaco di Mosciano sceglie di declassare il suo vice, Luca Lattanzi, giustificando la sua scelta con una motivazione legata al turnover. Una risposta che sicuramente non giustifica la scelta che è stata fatta.
Agli elettori ricordiamo come Galiffi presento’ il suo pupillo: “E’ il massimo dell’istruzione possibile che abbiamo in lista“. Ciononostante lo ha bocciato lo stesso. Ci devono essere ulteriori motivazioni, motivazioni che vanno oltre il semplice turnover. Questo lo possiamo intuire dalle parole di Luca Lattanzi, che parla di logiche non chiare e sommovimenti politici; non belle parole per un uomo che comunque ha scelto di rimanere in maggioranza come assessore. Allora le domanda sono: come fanno i due, il nuovo vicesindaco Mirko Rossi e Luca lattanzi, a convivere in questa situazione?
Come fanno a svolgere un efficace azione amministrativa, sempre che quella che si è vista finora è ritenuta efficace?
Noi lasciamo la risposta ai cittadini, ma una considerazione la dobbiamo pur fare.
La maggioranza in questo momento storico, piuttosto che concentrarsi, come stanno facendo altri comuni, per dare uno slancio al nostro paese, sta assistendo ad una lotta fratricida per il potere,
come gli animali feroci nella savana; con comunicati stampa che si succedono di giorno in giorno, con chi ha cercato di difendere fino all’ultimo il suo posto e con chi sornione annuncia la sua promozione. I cambi di passo annunciati hanno solo il sapore di una beffa.
Il sindaco che cerca di mediare, ma che alla fine ha dovuto cedere alle pressioni di un ambizioso Rossi, a discapito della sua azione amministrativa.
Mosciano democratica è allo sbando, tra tirate di giacca a destra e a sinistra.
E Mosciano?
Mosciano è lì, che attende un cambiamento che forse non arriverà mai.
Mosciano muore.
Riponiamo tutte le nostre speranze nei cittadini, affinché si ribellino a queste continue lotte di potere e cattiva gestione della cosa pubblica, perché solo da loro può esserci il cambiamento – Maria Cristina Cianella, Monica Lallone, Nadia Baldini, Dylan Iezzi –