TERAMO – Abbiamo appreso dalla stampa locale che si è tenuta una riunione del Comitato Ristretto dei Sindaci ASL di Teramo, alla presenza del vertice della Direzione Sanitaria.

Il direttore sanitario ha annunciato la unanime condivisione di un’idea progettuale consistente nella realizzazione sull’area Mazzini di una “cittadella sanitaria” e che a Piano D’Accio sorgerà il nuovo ospedale di Teramo per gli acuti. A parere dello scrivente Comitato, il disegno prospettato manca di importanti e decisivi elementi, quali la indicazione delle fonti di finanziamento dell’intera operazione, in considerazione che per il momento, a fronte di un disegno cosi impegnativo finanziariamente, potrebbero essere disponibili “solamente” € 121,5 mln, assegnati alla Asl Te dal Ministero Sanità e dalla Regione Abruzzo.

Una domanda appare opportuna a questo riguardo: pensate che i cittadini della Asl di Teramo potranno sopportare in un futuro prossimo un maggior carico tributario di centinaia e centinaia di milioni di euro? Ovvero, credete voi che si possa intentare una “svendita”del patrimonio pubblico della Asl a favore dei privati che, legittimamente, hanno come primario obiettivo la realizzazione dei loro interessi imprenditoriali?

Ed ancora, a noi pare che comunque la sola indicazione del sito Piano D’Accio negli studi di fattibilità contrasti normativamente con i deliberati del Consiglio Comunale il quale, approvando quegli atti, ha voluto porre tutti e cinque i siti in pari grado nella realizzazione del nuovo nosocomio. Bene ha fatto al riguardo la Cassa Depositi e Prestiti a riaffermare il criterio di comparazione fra le aree.

Per ultimo, ma non secondariamente, ribadiamo che spetta al Consiglio Comunale la scelta urbanistica sul futuro della città e, quindi, del nuovo ospedale che, per la sua importanza sociale, occuperà un importante ruolo nel disegno di una città che vuole crescere. Quindi, ciascuno eserciti il proprio ruolo. La Asl Te si interessi della difficile ed onerosa gestione sanitaria, lasciando agli Enti territoriali le prerogative che le sono proprie – Il Portavoce Demetrio arch. Rasetti