TERAMO – “Il Centro per la Ricerca Economica applicata alla Sanità (C.R.E.A.) ha stilato, come fa ogni anno, un rapporto sulle ‘Performance Regionali’ che valuta il livello di tutela della salute di cui i cittadini dispongono nelle diverse Regioni. Ebbene, per la categoria ‘management aziendale’ l’Abruzzo sprofonda all’ultimo posto, mentre in quella generale deve accontentarsi della terzultima posizione davanti solo a Molise e Calabria”. E’ la premessa da cui parte la Consigliera del Movimento 5 Stelle al Comune di Teramo, Pina Ciammariconi, per sostenere che “in un simile contesto, ‘il nuovo ospedale di II livello e la sua delocalizzazione’, come panacea di tutti i mali, appare più che mai un’arma di distrazione di massa voluta da un management aziendale risultato fallimentare”.

“Alla base della necessità di questo nuovo ospedale, secondo quanto ci è stato raccontato, ci sarebbe l’attuazione del DM 70/2015, la cosiddetta ‘Reingegnerizzazione della governance sanitaria – rete ospedaliera’ – continua la Consigliera – Ora basterebbe soffermarsi sul titolo per comprendere che il tanto dibattuto ‘contenitore’, nulla ha a che fare con l’attuazione della legge cui si fa riferimento che al contrario, si focalizza sulla ‘riprogettazione radicale e una riconcettualizzazione della propria organizzazione, del sistema di produzione e/o delle dinamiche di lavoro, per l’appunto la reingegnerizzazione dei processi aziendali’ come riconfermato dalle linee guida stilate dall’AGENAS (Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali) e sottoscritte dalle regioni stesse nel 2018. Ci si chiede però se a distanza di 3 anni, la Regione abbia provveduto al recepimento del documento attraverso un atto formale, come previsto o questa sbandierata ‘reingegnerizzazione’ sia un ennesimo specchietto per le allodole visibile solo sui manifesti propagandistici. Nel DM 70/2015 vengono introdotti concetti quali ‘cure graduate’ e ‘forme alternative di ricovero’, ‘riduzione del tasso di occupazione dei posti letto e della durata della degenza media’. E come si perseguono questi obiettivi? Costruendo rutilanti SuperOspedali? No, il Decreto parla chiaro: con la realizzazione di una rete ospedaliera e la sua integrazione con i servizi territoriali. In questa visione ‘integrata’ l’Ospedale non è che un elemento, certamente il più importante, ma non l’unico che deve gestire il percorso Diagnostico e Terapeutico dei pazienti affetti da patologie ad insorgenza acuta e con rilevanti compromissioni funzionali (…) che richiedono un contesto tecnologicamente avanzato’. Ma deve soprattutto saper fare filiera con altri servizi territoriali, che si prenderanno carico del paziente una volta terminata la sua degenza. Il riassetto previsto dal Decreto, introduce la necessità di avere sul territorio nazionale dei Poli di eccellenza ed alimenta una visione ‘solidaristica’ tra regioni, una sorta di mutuo soccorso per avere sempre le cure migliori a seconda della complessità della patologia”.

“Quanto riportato dimostra come non vi sia alcuna correlazione tra un progetto organizzativo ed una struttura fisica. A tal proposito ed a quanti danno del ‘vetusto’ al Mazzini giova ricordare che ci sono in Italia nosocomi ben più datati, quali il Bambin Gesù ( 1869), il Sant’Orsola(1933) il Gemelli(1964), il San Raffaele(1969) e molti altri – conclude Ciammariconi – da sempre riferimento non solo in Italia per l’elevata qualità delle prestazioni e non certo per ‘l’avvenenza’ architettonica. La sanità, quella efficace, quella che i Decreti vogliono, si fa quindi con una organizzazione attenta ed efficiente, con i tagli delle liste di attesa, la progressiva umanizzazione delle cure, con la digitalizzazione ma soprattutto con l’assunzione di personale e non con i tagli. E qui ci piacerebbe menzionare e ringraziare i tanti medici, infermieri ed OSS che nel periodo della pandemia, a causa di un organico sottodimensionato si sono sottoposti a doppi e tripli turni massacranti per garantire agli assistiti le migliori cure possibili. Una abnegazione totale ed una visione della professione che ci piace più di quella del recente Comitato dei Medici e delle sue dichiarazioni ‘ad orologeria’. Invitiamo pertanto i sostenitori della cementificazione, (peraltro in zone sottoposte E4 ad importanti vincoli ambientali) a cambiare narrazione e raccontare ai cittadini , in una operazione di trasparenza sin qui mancata, la verità su quello che prevede il riassetto della rete ospedaliera senza nascondersi dietro la storiella dell’ospedale di II livello perché, altro rullo di tamburi , quello da costruire non lo è e non lo sarà, (se non per un solo reparto) e soprattutto di concentrarsi sui contenuti della legge cercando di offrire servizi decenti all’utenza al fine di recuperare qualche posizione nel rapporto CREA del prossimo anno”.

“Con la strategia della distrazione si vuole mantenere l’attenzione del pubblico deviata dai veri problemi sociali e imprigionata da temi senza vera importanza” (B. Collevecchio)