“La nostra associazione da anni sta sollevando il problema dell’utilizzo selvaggio di un ambiente spettacolare e unico a livello continentale – dichiara Massimo Pellegrini, presidente SOA – Anche altre associazioni sono intervenute recentemente. Il suo fascino sta svanendo a furia di parcheggi irregolari e rombate che si sentono pure dalle creste a chilometri di distanza. Davvero è questo lo sviluppo turistico che si sta consentendo? Centinaia di camper che parcheggiano lontano dai centri abitati portano veramente vantaggi su larga scala oppure solo a pochissimi? Come mai in altri parchi europei ci sono turisti anche a novembre dal Giappone, per dire, e da noi tutto si concentra in soli due mesi? Se pensiamo di attirare visitatori allettandoli con la presenza di aree protette e luoghi magici, i parchi devono fare i parchi intesi come aree di tutela e fruizione rispettosa senza trasformarsi in parchi gioco. Un patrimonio del genere in qualsiasi parte del mondo avrebbe servizi di navetta, con aree di sosta attrezzati per la visita, che partono dai paesi, per far vivere l’economia di quei luoghi in maniera diffusa. I posti letto devono essere nei centri urbani esistenti e non al centro del luogo da proteggere che così diventa un parcheggio. Sono concetti base di qualsiasi testo sulla gestione delle aree protette. In tutto il mondo i parchi stanno avendo problemi di affollamento ma in altri paesi li stanno affrontando in maniera razionale. Non certo si può rimanere ostaggio di una fruizione arrembante e senza regole che rovina a lungo andare tutto e fa sfiorire la bellezza. Tra l’altro tutto avviene alla luce del sole in un posto facilissimo da raggiungere per le attività di vigilanza”.


