Il calcio va così: la vittoria per 2-1 sul Ravenna premia un Teramo mai domo, che ci ha creduto anche dopo il pari ospite, ben oltre la metà della ripresa, ma premia anche la sagacia tattica di Agenore Maurizi (3 su 3 per lui, complimenti!), lucidissimo in panchina nelle scelte iniziali abbondantemente prevedibili ma giuste, e ancor di più in corso d’opera, quando al ventesimo della ripresa ha messo dentro Zecca e Proietti per Bacio Terracino (non nella sua giornata migliore) e Ranieri (stanco).
Il Teramo ha ripreso vigore soprattutto nelle ripartenze, creando un paio di palle goal proprio con Zecca (molto egoista nella prima, con De Grazia solissimo al suo fianco), oltre al rigore procuratosi: si tratta di un giocatore che ha una notevolissima progressione e che, se utilizzato in corsa e nelle gare esterne, ha tutti i mezzi per spaccare in due la partita.
Detto ciò, i biancorossi hanno avuto dalla loro anche quel pizzico di buona sorte che non guasta mai, soprattutto nella prima frazione di gioco, terminata 1-0 a proprio favore con i ravennati che hanno subito il gol di Spighi (un premio alla corsa ed alla bravura di un autentico professionista del calcio), dopo aver avuto due grosse opportunità per passare loro in vantaggio, con Galuppini in particolar modo.
Il fatto che nella ripresa Luciano Foschi (a Teramo non gliene va bene una) lo abbia tolto dalla mischia per inserire Magrassi, non è stata scelta accolta male, anzi…
Nella ripresa il clichè è cambiato: in avvio sembrava di rivedere il Teramo dei secondi tempi ultimi, ma è durato poco.
Maurizi lo ha capito, è corso ai ripari e la sua squadra ha risposto, anche al pareggio di Raffini servito da Nocciolini, sugli sviluppi di un’azione viziata da un fallo su un difensore del Teramo non ravvisato: il pari avrebbe tramortito chiunque.
Non il Teramo: palla al centro e biancorossi nuovamente in vantaggio, seppur su rigore: per Barbuti la grande responsabilità di andare sul dischetto e poi la grande gioia per aver messo dentro la prima rete personale della stagione.
Cosa che non è ancora riuscita a Piccioni, è vero, ma l’ex Santarcangelo ha giocato una gara davvero sopra le righe, facendo a sportellate con due giganti dall’inizio e fino al momento della sostituzione, quando è uscito tra gli applausi generali, convinti e meritati.
Arriverà anche il suo momento.
Una riflessione, al termine, ci sarà consentita: il Teramo è salito all’ottavo posto della classifica generale.
Appena due settimane or sono sembrava essersi incanalato verso un’altra stagione da incubi: è il bello del calcio. ASCOLTA MISTER AGENORE MAURIZI