TERAMO – “Quella della società che gestisce il ciclo idrico nel Teramano, è la dimostrazione di come la realtà, alla bisogna, la si possa raccontare usando, ad arte, verità, mezze verità o ‘favolette’ al solo scopo di coprire mancanze e incapacità. Ci si compiace, ad esempio, di aver ridotto il costo del personale, ma poi ci si dimentica di sottolineare come siano di fatto raddoppiate altre voci di spesa, come quelle per gli interinali e le cooperative di servizio. Cioè alla ‘favoletta’ del taglio, fa eco la verità di un aumento del precariato, che certo non è sano per un’azienda che vuole avere certezze. Alla favoletta dell’efficientamento del servizio, fa eco la verità del costo degli sprechi, che finiscono nelle pesanti bollette a carico dei cittadini. Per salvare il Ruzzo dobbiamo salvarci dal Ruzzo”. Dura analisi sulla situazione dell’azienda idrica del Segretario provinciale Partito Democratico di Teramo, Piergiorgio Possenti.

“Il Partito Democratico è accanto a tutti i Sindaci, che hanno avviato una meritoria azione volta, solo ed unicamente, al ripristino della piena regolarità e della piena funzionalità della società Ruzzo Reti. Ma perché è tanto importante ripristinare una nuova gestione alla Società? Non lo dice il Partito Democratico, ma ERSI, Ente deputato al controllo analogo dell’azienda. In numerose note infatti si definisce senza favolette, ma con i numeri della verità,  la reale situazione economica della società idrica. Una situazione tale – continua Possenti – da mettere a rischio la riconferma dell’ affidamento alla Ruzzo Reti della Gestione del Ciclo Idrico Integrato nel 2023, anno di scadenza dell’attuale concessione. Sarebbe un danno gravissimo. Per i cittadini, prima di tutto, perché la Ruzzo Reti è una società a totale capitale pubblico, della quale gli unici soci sono i Comuni, e quindi di fatto i cittadini sono ‘i proprietari’ dell’azienda. Perdere la gestione del ciclo idrico, significherebbe perdere tutto il denaro che i cittadini, con le loro tasse e le bollette, hanno riversato nelle casse della Ruzzo Reti”.

“Eppure, l’attuale governance, figlia di un atto di forza e di arroganza politica – incalza il segretario Pd – si ritrova a far ricadere le necessità economiche dell’azienda su tutti i cittadini. Infatti una parte della tariffazione in bolletta è relativa all’aumento dei costi di gestione, per  la diminuzione degli investimenti sulle reti e la crescita dell’indebitamento. Per salvare il Ruzzo dobbiamo salvarci dal Ruzzo. Più volte alcuni Sindaci hanno chiesto il confronto, la condivisione, la pianificazione di un Piano Industriale che tenesse conto delle esigenze della Società e del rispetto dei cittadini, di un Piano di rientro che potesse garantire alla Società l’adeguata solidità per permettere di mantenere la gestione pubblica dell’acqua e riorganizzare la propria struttura in maniera più funzionale, efficace ed efficiente. Più volte ERSI aveva richiesto tale percorso, ma al dunque, nulla di tutto questo è stato attuato, né tantomeno pianificato. Nessuno ha raccolto tali richieste, neanche quando le proposte sono state avanzate nella logica di una condivisione dei ruoli, della governance e delle responsabilità”.

“Una Società partecipata come la Ruzzo Reti non dovrebbe avere una maggioranza ed una opposizione – aggiunge l’esponente Pd – ma una gestione condivisa, con responsabilità, senso dell’istituzione e rispetto verso i Comuni soci, ma ancor più verso il cittadino/utente. Per salvare il Ruzzo dobbiamo salvarci dal Ruzzo. La Ruzzo Reti necessita di un progetto industriale che la rimetta in sicurezza, non metta a rischio la futura concessione in house e soprattutto riduca il costo della tariffa. Ribadisco un concetto già espresso: speriamo, nel prossimo futuro, di non doverci trovare di fronte ad un vero e proprio nuovo ‘schiaffo’ dato alle regole democratiche che, per una realtà così importante come appunto la Ruzzo Reti Spa, impone una maggiore condivisione nelle scelte, e ci si augura non accada più che non si tenga minimamente conto delle indicazioni che arrivavano da buona parte dei soci, nonostante l’atteggiamento responsabile avuto e mostrato”.

“Auspichiamo che tutti i Sindaci abbiano il coraggio di dialogare istituzionalmente sul futuro di questa importante società partecipata, senza optare per l’ennesima prova di forza e di arroganza nei confronti del territorio. Un bene unico come l’acqua fa ormai parte integrante del patrimonio dell’umanità e, come tale, non può e non deve essere lasciato in mano ad interessi esclusivamente privatistici. Su questi temi è necessario aprire un’ampia discussione al fine di costruire, insieme a tutti i portatori di interesse, provinciali e regionali, un percorso condiviso atto a progettare un vero risanamento del nostro servizio idrico pubblico. Per salvare il Ruzzo dobbiamo salvarci dal Ruzzo”, conclude Possenti.