TERAMO – Sono state presentate il 14 luglio le prime sintesi degli esiti delle prove INVALSI 2021 che hanno coinvolto oltre 1.100.000 allievi della scuola primaria (classe II e classe V), circa 530.000 studenti della scuola secondaria di primo grado (classe III) e circa 475.000 studenti dell’ultima classe della scuola secondaria di secondo grado.

La partecipazione così alta degli alunni a queste rilevazioni è il risultato di un enorme sforzo organizzativo e logistico sopportato dalle scuole nonostante la drammatica situazione di pandemia vissuta dal nostro sistema pubblico d’istruzione che ha, fornito un ulteriore esempio di professionalità e flessibilità, già messo a dura prova dalle continue variazioni di scenario legate alla organizzazione della didattica in presenza e a distanza con disposizioni che cambiavano ogni giorno.

Occorre ricordare, entrando nel merito,  che nessuna equiparazione dei dati è effettivamente attendibile, soprattutto in considerazione del fatto che non può ritenersi fedele una rilevazione degli apprendimenti che ha l’ambizione di misurare le “competenze”, che sono frutto di un processo formativo estremamente complesso e diversificato, legato anche ai tempi e agli stili di apprendimento dei singoli studenti. E’ sconfortante rilevare che i risultati più bassi si registrano in modo molto più accentuato tra gli allievi che vivono contesti socio economico-culturali più poveri. Ancora una volta le rilevazioni registrano una forte disuguaglianza di prestazioni tra il Nord e il Sud del Paese

Le nostre Scuole hanno bisogno già dal prossimo settembre di organici ampliati, stabili e rinforzati, tempo scuola adeguato e continuità didattica praticata.

Mentre i risultati della scuola primaria sono molto simili in tutte le regioni del Paese e difficilmente le differenze sono significative in senso statistico, nel ciclo secondario i risultati sono molto diversi sul territorio nazionale e tra le scuole.  Per la scuola secondaria di secondo grado, rispetto al 2019, i risultati del 2021 di Italiano e Matematica sono più bassi, mentre quelli di Inglese sono stabili. Si registrano forti differenze tra le regioni con percentuali molto elevate di allievi al di sotto del livello minimo soprattutto del Mezzogiorno.

Per l’Abruzzo i dati per la scuola primaria e della secondaria di  primo grado sono sostanzialmente in linea con quelli precedenti che collocano la regione nell’ambito medio basso del panorama nazionale, per i risultati conseguiti. La regione, per i numeri evidenziati,  è pienamente all’interno del contesto del Mezzogiorno d’Italia. Per la secondaria di secondo grado i dati sono sconfortanti. Si assiste ad un calo rilevante in Matematica (oltre il 60% non raggiunge gli obiettivi minimi) andando sotto la media nazionale che è del 50%, come  anche in Italiano, con un calo significativo dei risultati, subito dopo Campania e Puglia. Anche in Inglese la rilevazione documenta un dato allarmante per l’Abruzzo, con oltre il 73% degli studenti che non raggiungono il traguardo previsto (il dato nazionale  è del 63%); sul livello B2 il dato è ancora più preoccupante (25% contro il 38%). In Abruzzo il 18% dei giovani tra i 18 e i 24 anni ha abbandonato la scuola  o l’ha terminata senza le competenze di base minima.

Questi numeri ci dicono che non si possono rinviare scelte di discontinuità rispetto al passato (ricordiamo i tagli di 8 miliardi della Gelmini e Brunetta nel 2008) per  realizzare una scuola dove deve essere l’uguaglianza delle opportunità educative il vero faro che illumina il senso e il percorso delle decisioni politiche. E’ ora che i decisori politici assumano l’impegno di  investire in maniera stabile e continuativa  nella scuola pubblica abruzzese – FLC CGIL TERAMO