ROMA – Si profila una crisi di acqua anche in Italia con il Po e l’Arno a -30% mentre in Basilicata mancano 10 milioni di metri cubi e in Abruzzo il gap é di 2 milioni di metri cubi. Stando alle ultime rilevazioni dell’Osservatorio Anbi sulle risorse idriche crollano infatti le portate dei corsi d’acqua nel bacino del fiume Po, dove si rilevano temperature fino a 3 gradi superiori alla media degli scorsi 20 anni. I cali più evidenti si registrano coi fiumi Maira e Tanaro in Piemonte mentre, in Emilia, il Savio scende ancora e le portate dell’Enza sono ben al di sotto del minimo storico. L’Associazione Nazionale Consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue riferisce che sono diverse le zone del distretto padano a rischio siccità: il Biellese, l’Astigiano, il Cuneese e la città di Torino, in Piemonte; la Romagna e le zone del Delta Po (Ferrara e Rovigo), dove aumenta la minaccia d’intrusione del cuneo salino; sotto osservazione sono le zone emiliane del Piacentino e del Parmense; in Lombardia è drastico il calo della riserva idrica: – 8.5% nella scorsa settimana (fonte: Autorità di Bacino Distrettuale Fiume Po). “E’ una condizione molto preoccupante che nel breve abbisognerà di concertazione fra tutti i portatori d’interesse, ma necessitano anche soluzioni programmate per ridurre i rischi di queste siccità ricorrenti” commenta Francesco Vincenzi, presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (Anbi). “In tale contesto il piano bacini e laghetti, elaborato con Coldiretti, è la prima risposta concreta per l’acqua, per il potabile e la produzione di energia con il relativo contributo all’economia nazionale” scandisce Vincenzi indicando che “recuperare tutte le acque che cadono è la vera sfida Paese” – Adnkronos –