La centrale di Pineto è operata da ENI non da Snam. Nel comunicato appena inviato alla stampa per un errore di trascrizione abbiamo citato la centrale di Pineto come gestita da Snam. La centrale è operata da ENI. Sono altri gli impianti gestiti da Snam segnalati dalla Reuters come responsabili delle perdite.

Ci scusiamo per l’errore e con la società per il problema sul singolo impanto e chiediamo la rettifica.

RETTIFICA DEL COORDINAMENTO NO HUB DEL GAS

Brutta figura del Coordinamento No Hub Gas che confonde la gestione della centrale Eni di Pineto con la stessa Snam.
di seguito il comunicato del  Coord. No Hub del Gas inviato in precedenza
 
L’agenzia Reuters ha lanciato oggi in esclusiva un’inchiesta sulle perdite di metano dagli impianti di idrocarburi di molti paesi europei tra cui l’Italia con vari impianti SNAM che presentano perdite vistose di questo pericoloso gas serra.
 
Il metano è, infatti, un gas clima-alterante con effetti ancora più devastanti della CO2 sul clima se emesso tal quale attraverso le perdite della filiera (pozzi, gasdotti, stoccaggi e rete di distribuzione).
 
Come coordinamento No Hub del Gas da anni denunciamo questo fatto, noto a chi fa ricerca e legge normalmente le riviste scientifiche di levatura internazionale ma ignorato dai politici e dagli amministratori. Per questo con piacere abbiamo accompagnato sul campo i tecnici dell’ONG statunitense Clean Air Task Force che finalmente hanno rivelato grazie a una speciale termocamera quello che sospettavamo da tempo e che Snam come un disco rotto continuava a sottovalutare o negare sostenendo la tesi infondata del metano sostenibile.
 
D’altro lato da 5-6 anni a questa parte escono ricerche scientifiche sempre più dettagliate che dimostrano come il metano non sia quel “gas” verde che il ministro Cingolani vuole continuare a spacciare nella sua finzione ecologica. Siamo arrivati al punto che lo stesso inviato del Governo USA sul clima Kerry ha ripreso clamorosamente  il ministro dalla pagine del Corriere della Sera sul fatto che il metano è comunque una fonte fossile di energia che quando viene bruciato emette comunque CO2 e che le perdite dirette di metano in atmosfera dagli impianti, dal 3 al 10% nei vari paesi, sono tali da annullare qualsiasi beneficio rispetto all’uso di carbone e petrolio.
 
Il tema è così sentito a livello internazionale che appunto la Reuters ha deciso di dare massimo risalto alla questione.
 
 
Ormai è evidente a tutti che il metano è tutto tranne che una soluzione, anche temporanea, per affrontare la sempre più drammatica crisi climatica planetaria. Pensare di costruire ora nuove centrali come quella di Sulmona oppure nuovi gasdotti come il Sulmona-Foligno che dovrebbero arrivare a funzionare fino al 2070 (essendo la loro vita utile di circa 50 anni) è letteralmente surreale. Non a caso l’Agenzia Internazionale dell’Energia qualche settimana fa ha messo nero su bianco la richiesta di azzerare da subito ogni nuovo investimento sul metano.
 
Evidenzia un deficit culturale grave delle classi dirigenti del paese che non struttura una politica energetica e industriale che possa reggere nei prossimi decenni alla sfida della crisi climatica.
 
 
Qui l’inchiesta:
Coord. No Hub del Gas