TERAMO – Noi siamo certi del fatto che il presidente della squadra di calcio della nostra città gestisca male, malissimo, la voglia irrefrenabile di eseguire un’azione, non di gioco naturalmente.

Chi ci segue sa che i primi a non lanciare fiori di qualità sulla sua strada, siamo stati proprio noi di ekuonews e di Supergol, ma in queste ore crediamo che gli sviluppi di un pensiero logico avranno presto il sopravvento sul suo operato e, ce lo auguriamo, anche sulla “qualità” delle reazioni a caldo di tanti, che però ci stanno…

Il massimo dirigente ed unico possessore del Teramo Calcio, la cui “proprietà” è paradossalmente della città, è il primo a sapere cosa implicherebbe la non iscrizione.

In termini generali equivarrebbe a bruciare due anni di lavoro costati un’enormità (non per colpe sue, se non indotte – ndr), precludendo persino la possibilità di rientrare di somme importanti (cessioni, su tutte, di Cianci, Santoro e Diakite, ma non soltanto – ndr): il solo valore di mercato di questi ragazzi, svendendoli, non sarebbe inferiore al milione. E lo Stadio Gaetano Bonolis? Sarebbe poi riservato a chi e per cosa? E l’immagine dell’uomo e dell’imprenditore di successo, che per tanti ha un valore assoluto, non ne risentirebbe neanche un po’?

Il Teramo, per noi, sarà iscritto. Ci rifiutiamo di credere che la voglia irrefrenabile di eseguire un’azione non verrà soppiantata dalla logica di chi, pur non accettando le anomalie del gioco del calcio, che non saranno mai proprie, saprà valutare i pro e i contro.

Conta meno, invece, che con la piazza sarà molto difficile ricucire quella simbiosi che c’era stata, ma la società biancorossa, che è datata 1913, potrebbe essere ceduta in una seconda fase, con una sola clausola: il diritto di giocare gratuitamente in quell’impianto per l’eternità.

Perchè no?