TERAMO – Fase interlocutoria nel mondo del calcio di Lega Pro: in casa Teramo lo è ancora più perché la società è decisamente più concentrata su altro: dai pagamenti che hanno scadenze prossime, e non sono bruscolini, alla possibile eventualità di un futuro diverso, con o senza l’attuale proprietà. E’ chiaro che, in quest’ottica, restare bloccati è cosa “imposta”, buona e giusta.

I tempi, però, sono strettissimi: se il presidente volesse dar corso ad importanti novità, inimmaginabili appena due stagioni or sono, è chiaro che dovrebbe farlo alla velocità della luce, evidenziando che, per chiunque, muoversi nell’orbita biancorossa da oggi, equivarrebbe comunque ad essere già in ritardo. Altra cosa sarebbe, invece, se Franco Iachini optasse per la continuità, con tanti costi certi dati non soltanto dai 12 calciatori sotto contratto (anche se due o tre frutterebbero buone plusvalenze – ndr) e dagli impegni, anche questi molto onerosi, del settore giovanile. Non entriamo, poi, nei tecnicismi del “Bonolis”, perché riguardano una società proprietaria diversa. Certo è che anche un eventuale “passaggio di mano” svilupperebbe tempistiche non celeri.

Alla luce di quanto esposto, è sempre più forte la convinzione che Supergol debba proseguire nel suo cammino, seguendo al meglio le “vicende del Diavolo” nei riguardi di una tifoseria vera, alla quale regaleremo, di tanto in tanto, anche un pizzico di Amarcord e di pagine stupende vissute da queste parti. Oggi sarà la volta del “Teramo che gioca il calcio più bello d’Europa“… scriveva l’Unità nel 2002.

In studio i presidenti dei due clubs cittadini, Giuseppe Bracalenti e Francesco Recinelli, ed in collegamento l’indimenticato Luciano Zecchini, allenatore di quel Teramo che era di Romy Malavolta.

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