Forse la Pandemia non è ancora sconfitta; ma siamo sulla buona strada se da domani tutte le regioni sono in fascia gialla. È da tirare un sospiro di sollievo, anche se associazioni culturali inconsce precipitano il pensiero nell’essenza di un mondo dalle sfumature giallocinesi. È forse in quel giallo che la Pandemia ha avuto inizio, e associarlo adesso ad uno stato di salubrità raggiunta è solo uno scherzo di cattivo gusto. Si poteva scegliere un altro colore qualsiasi, un verde, un celeste, un rosa o un azzurro: un colore qualsiasi che si allontanasse dal giallo purulento dell’infezione. Ma i nostri politici hanno finito la riserva della fantasia, benché profumatamente pagati, e forse proprio per questo distratti, malati forse dall’affanno di accumulare esose prebende. È lo stadio del bianco che, ancora nascosto nel subconscio, può liberarci dall’ansia opprimente del timore. Dov’è nascosto il subdolo Covid assassino? Nel rosso, nell’arancione o nel giallo? Nel bianco non può nascondersi nulla, sarebbe immediatamente visibile. È questa la nostra mèta: basta con i colori, basta con le mascherine, basta con il non potersi toccare! Non è una mèta vicina forse, ma neanche troppo lontana. Ma la mèta è quella: toccarsi, comunicare con il corpo, trasmettere le nostre sensazioni pelle a pelle, proprio come fanno gli animali. E noi siamo animali, della specie più evoluta, più sensibile ed emancipata, più bisognosa di altre specie di dialogare.

Pasquale Felix